"Un lavoratore onesto Ma lì dentro entravano anche pusher e violenti"

Esposti dei residenti e licenza sospesa tre volte tra il 2014 e il 2018. Poi la chiusura all’ora di cena. Quartiere in lutto: "Abbraccio alla famiglia"

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Un punto caldo, quello all’angolo tra le vie Bessarione e piazza Angilberto II. Una zona di "movida sgradita" finita più volte nero su bianco sugli esposti dei residenti della zona Corvetto che alle forze dell’ordine hanno chiesto, negli anni, di intervenire per risse, schiamazzi e spaccio ma non solo. Da una parte il Bar Contigo al civico 42 di via Bessarione. Di fronte, il Bar Milano, dove ieri mattina è stato freddato il titolare Ruiming Wang, trentacinquenne di origine cinese che nel quartiere veniva chiamato “Paolo“. "Ho sentito cinque colpi di pistola – racconta Fabio Dordoni, panettiere che ha il forno in via Bessarione –. All’inizio mi sembravano martellate. Non mi capacito, Paolo era una persona buona e disponibile". Descritto da tutti, avventori, commercianti e residenti della zona, come "un uomo tranquillo, un lavoratore attento anche al decoro" di quello slargo che nel 2018 è stato scelto insieme a piazza Dergano per realizzare il primo progetto di “urbanistica tattica“ nel Comune di Milano togliendo spazio alle auto per rendere più vivibili, con panchine, fioriere e tavolini da ping-pong, i luoghi agli incroci delle strade ricavando mini piazzette a disposizione dei pedoni. Wang, che gestiva il locale da 10 anni e nel quartiere veniva chiamato “Paolo“, "custodiva le palline per giocare a ping-pong all’aperto". Ma "questo è un quartiere di balordi", sottolineano alcuni abitanti che a lui si erano affezionati, "e un difetto di Paolo era quello di non selezionare la clientela". Tradotto: ai tavolini si incrociavano anche pregiudicati, ubriachi e “teste calde“ che ogni due per tre scatenavano risse. Da qui, gli esposti dei residenti presentati al Commissariato Scalo Romana dal 2014. E per tre volte, nel 2014, nel 2017 e nel 2018, la licenza del locale è stata sospesa dal questore perché il luogo è stato ritenuto "pericoloso per l’ordine pubblico e la sicurezza dei cittadini".

Situazione fotocopia a quella del Bar Contigo, dove in più occasioni sono stati sorpresi avventori pregiudicati e una volta una cliente è stata colpita con una catena in testa. Dopo i provvedimenti, il Bar Milano ha preso un’altra piega e "la situazione è migliorata", confermano gli abitanti. "Prima restava aperto fino a notte fonda, ora chiudeva all’ora di cena". Di conseguenza i problemi notturni sono spariti. La domenica, poi, la serranda restava sollevata per mezza giornata. "Noi andavamo tranquillamente a bere il caffè tutti i giorni", sottolineano alcuni pensionati. Ieri in tarda mattinata, su una sedia di plastica rossa fuori dal bar qualcuno ha lasciato un mazzo di fiori con un biglietto: "Ciao Paolo. Un abbraccio a Icie e a tutta la famiglia". Il trentacinquenne aveva un figlio di 9 anni e una moglie, accorsa davanti al locale dopo la sparatoria, sconvolta. È rimasta ferma in un angolo prima di parlare con la polizia. Dopo è arrivata anche la mamma del trentacinquenne, sotto choc. "Amore mio", ha urlato prima di oltrepassare il nastro di plastica, aiutata dai poliziotti. Tanti esprimono vicinanza ai familiari, non solo sui biglietti. E c’è chi, a Palazzo Marino, chiede sicurezza per il quartiere, come Francesco Rocca, consigliere di FdI, ex presidente della commissione Sicurezza in Municipio 4. "Tavoli da ping pong e asfalto colorato non bastano a ridurre degrado e insicurezza. Corvetto, da troppo tempo, necessita di maggiori controlli, da piazza Angilberto II a piazzale Gabrio Rosa. Aree in mano a spacciatori e delinquenti di varia natura".

Lo scorso 13 novembre in piazza Bonomelli, a poca distanza da via Bessarione, era andata in scena una sparatoria: un trentacinquenne egiziano è stato ferito alla coscia destra da un colpo di arma da fuoco. Qualche ora dopo, l’aggressore, un pregiudicato italiano di 33 anni, ha contattato il centralino del commissariato Mecenate per autoaccusarsi del raid ai danni dell’attuale fidanzato della ex compagna. Un blitz per gelosia che, come scoperto in seguito dalle indagini della Questura, ha coinvolto altre due persone, un ventinovenne e un trentaquattrenne, tra cui un cugino dell’aggressore, ora accusati di tentato omicidio in concorso. E la mattina del 3 agosto del 2017 in piazzale Ferrara, sempre a due passi, il Bar Girasole gestito da un altro titolare cinese era stato incendiato da un avventore, marocchino di 26 anni (poi arrestato) con una sfilza di precedenti, allontanato dal titolare perché non voleva pagare il conto. L’uomo era quindi tornato con la benzina e aveva dato fuoco al locale, in quel momento pieno di clienti. Per fortuna tutti erano riusciti a mettersi in salvo. Ma il bar era stato distrutto.

Nicola Palma

Marianna Vazzana

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