Milano, confessione choc: "Ho ammazzato la mia compagna"

L’uomo ha raccontato tutto ai ghisa e li ha guidati nei boschi al ritrovamento del cadavere

Il luogo in cui è stato ritrovato il corpo della donna

Il luogo in cui è stato ritrovato il corpo della donna

Milano, 26 settembre 2019 - Stordito. In stato confusionale. Incapace di proferire parole di senso compiuto, se non quella frase drammatica: «Ho ucciso una donna». Cherki Majjad è stato fermato ieri mattina durante un’attività del Nucleo contrasto stupefacenti dalla polizia locale in piazzale Lugano, e agli agenti ha confessato prima di aver maltrattato la compagna e poi di averla uccisa, senza dare subito informazioni sulla dinamica e sul luogo in cui si trovava il cadavere. Solo dopo una lunga opera di mediazione da parte dei ghisa, il quarantacinquenne marocchino ha iniziato a rimettere in fila nomi e posti, indicando agli investigatori un’area boschiva compresa tra i Comuni di Lomazzo e Cadorago, in provincia di Como.

A quel punto, i vigili si sono fatti accompagnare dal nordafricano nella zona verde, frequentata anche da spacciatori di droga, e hanno avviato le ricerche. Passate diverse ore, nel pomeriggio gli investigatori della polizia locale e dei carabinieri di Cantù sono arrivati a una tenda da campeggio di colore blu, sistemata in un’area semideserta: all’interno, in un sacco a pelo, c’era il corpo senza vita della quarantottenne marocchina Fatima Kaddouri; servirà l’autopsia per chiarire con esattezza le cause del decesso, ma con ogni probabilità la donna è stata strangolata. A quel punto, Majjad, che, stando a quanto risulta, si è autoaccusato sin da subito dell’omicidio di colei era presumibilmente la sua compagna, è stato interrogato dal pm Vittoria Isella, magistrato di turno della Procura di Como, competente per territorio, per cercare di colmare una serie di lacune nella ricostruzione di ciò che è accaduto prima e dopo l’assassinio.

A cominciare proprio dal nome del killer: è vero che Majjad è reo confesso, ma vanno trovati riscontri alle sue dichiarazioni per escludere che non stia proteggendo qualcuno. E poi ci saranno approfondimenti pure sul movente dell’aggressione mortale, che, secondo una prima ipotesi, sarebbe avvenuta al culmine di un litigio per futili motivi. Inoltre, ci sono altre domande ancora senza risposta: quando è stata uccisa Fatima? Cosa ha fatto Majjad prima di presentarsi spontaneamente negli uffici della polizia locale? Come ha fatto a ritrovarsi a Milano, a quaranta chilometri dal luogo in cui è avvenuto il raid? I carabinieri hanno passato tutta la serata di ieri a effettuare i rilievi all’interno della tenda e nell’area circostante, a caccia di indicazioni utili per il prosieguo delle indagini e per verificare quanto detto dal reo confesso.  

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