Uccisa a coltellate, lo choc degli altri inquilini: "Quell’uomo faceva paura"

Dopo il raid incendiario. I vicini: una chat per controllarlo

Aurelio Galluccio

Aurelio Galluccio

Milano, 2 settembre 2019 - «Li ho visti insieme nella tarda mattinata di sabato: sono usciti e sono saliti in macchina, sembravano tranquilli», ci dice un’inquilina di via San Giacomo 4. Sono le 13 di ieri, i residenti dello stabile Aler di nove piani sono sotto choc per l’omicidio di Adriana Signorelli. In molti parlano di tragedia annunciata, specie dopo l’episodio del 16 novembre scorso: «Aurelio diede fuoco alla porta di casa della signora, mio figlio scese al piano di sotto e spense le fiamme con l’estintore», racconta un uomo sulla sessantina prima di infilarsi nel portone. Come vi raccontammo all’epoca, Galluccio rubò dall’abitazione le chiavi della C3 (la stessa con la quale ieri notte ha cercato di investire gli agenti e la figlia della vittima) e provocò due incidenti, danneggiando poi volontariamente i veicoli contro i quali si era schiantato. Poi, la sera dopo, mentre la proprietaria dell’auto era fuori dall’appartamento per recuperare insieme ai carabinieri l’utilitaria segnalata dal Gps in via De Andrè, si presentò sul pianerottolo dell’ottavo piano e fece esplodere la bombola d’ossigeno che si portava sempre dietro per i suoi problemi respiratori.

L'ultimo atti alla mezzanotte successiva, quando rientrò nell’abitazione con un coltello in una mano e una tanica di benzina e candeggina nell’altra; la moglie riuscì a schivare i fendenti e a rifugiarsi in casa. Il sessantacinquenne di Taurianova, che ai tempi era appena uscito di galera da sei mesi dopo aver scontato una condanna per maltrattamenti, fu bloccato alle 4.30 in una sala slot di Rozzano e denunciato a piede libero dalla polizia per incendio doloso, minacce aggravate e maltrattamenti in famiglia. Un episodio che, però, non era bastato ad Adriana per allontanare definitivamente quell’uomo violento dalla sua vita, almeno stando alle foto pubblicate, anche di recente, sui vari profili social associati al suo nome (ammesso che siano tutti autentici). Profili che raccontano di una relazione molto tormentata, con momenti in cui i due si scattavano selfie insieme (gli ultimi a luglio sui Navigli) e altri in cui Galluccio accusava apertamente la moglie di averlo mandato in galera per quattro anni. Una cosa è certa: i vicini di casa erano molto preoccupati dalla presenza del sessantacinquenne nello stabile, soprattutto a seguito del rogo della porta; alcuni di loro, stando a quanto riferisce qualcuno, avevano addirittura creato una chat apposta per tenersi in contatto e monitorare costantemente gli spostamenti di Galluccio.

 

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