Uccide la moglie e tenta il suicidio, arrestato

La famiglia messicana era arrivata ad Arese un mese fa. L’uomo si è barricato in bagno, l’allarme dato dai tre figli svegliati dalle urla

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di Roberta Rampini

Un solo colpo, violento e mortale, all’arcata sopraccigliare destra della vittima. Poi di fronte al corpo della moglie a terra, privo di vita, il tormento e il rimorso (forse), ha tentato il suicidio: con un coltello da cucina, si è ferito alle braccia e al torace. E infine si è barricato nel bagno. È successo ieri mattina alle sette, nell’appartamento di via Gran Paradiso 3 ad Arese, dove la coppia viveva da un mese, a migliaia di chilometri dal loro Paese d’origine, il Messico.

È così che Jaime Moises Rodriguez Diaz, 41 anni ha ucciso la moglie Silvia Susana Villegas Guzman, 48 anni. In casa c’erano anche i tre figli, uno di 18 anni e due minorenni, sono stati svegliati dalle urla dei genitori e quando hanno capito cos’era successo sono scappati, spaventati e in lacrime, hanno bussato alla porta dei vicini e chiesto aiuto. Sul posto sono arrivati i carabinieri della Compagnia di Rho e quelli della Sezione Investigazioni scientifiche del Nucleo investigativo di Milano, un’ambulanza e un’automedica. I militari hanno trovato il corpo della donna, a terra sul pavimento, in una pozza di sangue. Per lei non c’è stato niente da fare. Il marito chiuso in bagno, pare non abbia opposto resistenza, è stato arrestato. Aveva ferite lievi. È stato trasportato all’ospedale di Garbagnate Milanese, non è in pericolo di vita ed è piantonato dai carabinieri. Nelle prossime ore verrà ascoltato dal pm Giovanni Tarzia. Secondo i primi accertamenti fatti dal medico legale, la causa della morte sarebbe una ferita all’arcata sopraccigliare destra della donna. L’autopsia sul corpo della vittima fornirà ulteriori elementi per ricostruire cosa è successo nell’appartamento. Pare che alcuni vicini abbiano sentito la coppia discutere, incomprensibile quello che si dicevano, da chiarire invece il movente del litigio. Agli inquirenti non risultano precedenti denunce per maltrattamenti o violenza a carico del 41enne. I condomini che abitano nella stessa palazzina, per tutta la mattinata sono rimasti chiusi nei loro appartamenti. Ogni tanto qualcuno faceva capolino alla finestra e al balcone, ma alla vista di fotografi e telecamere rientravano subito. "Io abito nella palazzina accanto, sono stata svegliata dalle sirene di ambulanze e carabinieri. Ho capito subito che era successo qualcosa di grave. Ma non conoscevo la famiglia, mai visti", commenta un residente del Condominio Gran Paradiso.

Nessuno li conosceva. L’uomo aveva trovato lavoro alla Nestlè e aveva deciso di trasferirsi. I tre figli della coppia sono rimasti nell’appartamento fino a mezzogiorno e poi accompagnati in una comunità protetta. Non è chiaro se abbiano parenti e amici ad Arese o nell’hinterland. L’appartamento al terzo piano dove vive la famiglia messicana è stato posto sotto sequestro. Probabilmente saranno necessari ulteriori rilievi e accertamenti dopo quelli fatti ieri.

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