Tumori e cardiovascolare: i “paletti“ per i privati

Nel piano anti liste d’attesa della Regione anche una stretta ai convenzionati Vincolati alle necessità maggiori il 5% dei ricoveri e il 10% dell’ambulatoriale

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Saranno l’area oncologica e l’area cardiovascolare, spiegano dall’assessorato al Welfare della Regione, le macro-aree sulle quali si concentrerà il ”tesoretto” che ciascuna Agenzia di tutela della salute potrà vincolare a specifiche prestazioni delle quali c’è più necessità in quel territorio. Un’indicazione contenuta negli indirizzi di programmazione per la sanità lombarda nel 2022 approvati lunedì dalla Giunta regionale, che "proseguono quanto fatto nel 2021", ha sottolineato la vicepresidente e assessore al Welfare Letizia Moratti, anche sul fronte del recupero di visite ed esami rimasti indietro con la pandemia e in generale della lotta alle liste d’attesa, "problematica complessa che necessita di interventi su più livelli" e al cui abbattimento il documento destina altri 83 milioni di euro. "L’obiettivo è portare le prestazioni a un numero superiore al 2019", si ricorda nel primo allegato della delibera, elencando alcune operazioni già fatte: l’obiettivo assegnato ai dirigenti della sanità pubblica, il sistema di premi e decurtazioni dei Drg “scalate“ in base allo sforamento dei tempi previsti introdotto (anche per le strutture private convenzionate) dal 1° aprile per i ricoveri di chirurgia oncologica, che sarà esteso da luglio alla diagnostica per immagini e da settembre alla chirurgia programmata non oncologica con ricovero e alle prime visite ambulatoriali; la sperimentazione degli esami by night e nei weekend nelle strutture pubbliche (per il momento Tac, risonanze magnetiche e mammografie, ma la promessa è di allargare il raggio).

La Regione, si legge nello stesso allegato, intende sfruttare anche il "rafforzato governo regionale", introdotto con la riforma dello scorso novembre, "nei confronti dei privati contrattualizzati", che in Lombardia erogano il 40% in valore delle prestazioni sanitarie. Tocca alle Ats "definire i case mix e la conseguente allocazione di budget a prioritari obiettivi di salute", e saranno loro "per la prima volta in Lombardia a individuare, in coerenza con le indicazioni regionali, le aree dove vi è maggior bisogno", impegnando su esse fino al 5% dei ricoveri e fino al 10% della specialistica ambulatoriale erogati dai privati per conto del servizio sanitario pubblico. Quote raddoppiate, spiegano dal Welfare, rispetto al passato. È il “tesoretto”, determinato da paletti imposti all’interno del budget già fissato ai privati, che le Ats potranno indirizzare su prestazioni più necessarie nel loro territorio, anche se magari meno remunerative. Con un ulteriore “paletto”: "almeno il 3%" della quota ambulatoriale dovrà essere riservata alla presa in carico dei malati cronici. Giulia Bonezzi

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