Tuffi pericolosi: un morto e un disperso E nella chiusa della tragedia si fa snorkeling

Milano, un giovane risucchiato dal Ticino muore in ospedale e un altro non riemerge da una cava. Sul canale Villoresi ancora bagni proibiti

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di Christian Sormani

Un mazzo di fiori ancora campeggia a Parabiago, nel Milanese, sopra la chiusa che dal Villoresi porta alla vasca interna da dove partono due rogge. Ricorda la morte, avvenuta il 10 luglio scorso, del giovanissimo peruviano, appena 13 anni, morto annegato proprio dentro il canale, fra la chiusa primaria e quella secondaria. Eppure a distanza di neppure un mese la zona è letteralmente presa d’assalto da quanti hanno eletto le sponde del Villoresi a villaggio vacanze, come se la pericolosità del canale non li riguardasse. Musica a tutto volume, grigliate, gazebi, tavolini e birra a fiumi. Il tutto con le auto parcheggiate ovunque in pieno parco del Roccolo. "È così da tempo e sembra che quanto accaduto non li riguardi - spiega un uomo, di passaggio lungo la ciclabile che costeggia il Villoresi -. Anche il giorno successivo alla tragedia c’era qua gente a fare il bagno come nulla fosse. Sono tutti sudamericani".

Il canale è basso. La siccità ha costretto il consorzio a ridurne la portata. Dentro, sporcizia e foglie. C’è di tutto, certo non un posto da villeggiatura o dove passare una giornata di relax. I bambini nuotano nel canale secondario, sempre vicino alle chiuse. Alcuni con il gonfiabile, manco fossimo al mare, o addirittura con maschere e boccagli. Gli inviti gridati ai quattro venti dal presidente del consorzio Villoresi, Alessandro Folli, sulla pericolosità di questi luoghi, sono caduti nel vuoto.

Gli allarmi non hanno effetto. Un 29enne romeno, Petru Lupu, la notte tra sabato e domenica si è tuffato per un bagno nel laghetto della cava di Ronchetto sul Naviglio, tra Milano e Buccinasco, e non è più riemerso. Il giovane aveva trascorso la serata con gli amici facendo una grigliata in località cascina Molino Bruciata. Le ricerche sono proseguite per l’intera giornata di ieri, con i sommozzatori dei vigili del fuoco che hanno dragato il fondale senza risultato, oltre all’elicottero. Oggi il nucleo sommozzatori Milano riprenderà le ricerche eseguendo una ricerca strumentale. Ma non ci sono speranze.

Si sperava invece che potesse farcela un altro giovane, sempre 29enne, che nel tardo pomeriggio era stato recuperato nel Ticino. Verso le 18 erano stati gli amici a dare l’allarme dopo che il giovane non riemergeva, durante un bagno nel fiume, a Turbigo, alla spiaggia “Ponte di ferro”. A metterlo in difficoltà la corrente del fiume che lo aveva trascinato impedendogli di riguadagnare la riva. Sul posto i vigili del fuoco volontari di Inveruno, il Nucleo speleo-alpino-fluviale dei vigili del fuoco di Milano, l’elisoccorso,un’ambulanza e i carabinieri. A recuperarlo ci avevano pensato i sommozzatori. Il giovane era stato sottoposto a manovre di rianimazione e portato in ospedale a Busto Arsizio. È morto in serata.

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