Trasloco di Vivaio: tutto da rifare Il Tar dà ragione alle famiglie

Accolto il doppio ricorso, che "congela" il trasferimento in D’Annunzio fino a nuova istruttoria ma non i cantieri. Il Comune si appellerà in Consiglio di Stato. Festeggiano i genitori: "Riconosciute le nostre specificità"

Una delle proteste contro il trasloco di via Vivaio davanti a Palazzo Marino

Una delle proteste contro il trasloco di via Vivaio davanti a Palazzo Marino

di Simona Ballatore

"È senz’altro mancata una previa programmazione e valutazione dell’equiparabilità dei due locali scolastici (quello di via Vivaio e la nuova sede di viale D’Annunzio, ndr), volta in via preventiva a garantire agli utenti già iscritti all’istituto in questione, al momento della decisione di trasferirlo, gli stessi standard di “specialità” esistenti al momento della loro iscrizione". Così il Tar della Lombardia ha accolto il doppio-ricorso presentato dai genitori della scuola di via Vivaio “congelando“ di fatto il trasloco delle medie dai locali di proprietà dell’Istituto dei Ciechi. Tutto da rifare: il Comune deve ripartire dal via, ovvero dall’istruttoria. Due le sentenze-gemelle in risposta ai due ricorsi presentati dai genitori supportati dagli avvocati Francesca Vrespa e Gabriele Cappello e dal gruppo rappresentato dagli avvocati Domenico Barboni e Annamaria Nardo.

Il Comune è stato condannato anche al pagamento delle spese legali, per 4.000 euro più accessori di legge. Entrano nel merito i giudici del Tribunale amministrativo, secondo cui "l’amministrazione resistente si è sostanzialmente limitata" si legge nel testo della sentenza "a conseguire un mero risparmio di spesa, trincerandosi dietro il rispetto di una norma che in realtà non imponeva affatto tale scelta, ma che la rendeva, a parità di condizioni, semplicemente “desiderabile”". "I provvedimenti impugnati sono tutti illegittimi per l’originario difetto di istruttoria che ha caratterizzato la decisione di trasferimento del plesso scolastico senza la preventiva individuazione di un’alternativa adeguata", scrive il Tar. Servirà quindi una nuova istruttoria, che "potrà essere compiuta, con il necessario e dovuto approfondimento, nell’arco temporale che va dalla comunicazione della presente sentenza alla fine dell’anno scolastico in corso". Anche se i giudici avvisano le famiglie: "Per le iscrizioni al prossimo anno gli interessati sono da considerarsi già da adesso adeguatamente informati della concreta possibilità di un cambiamento della sede scolastica attualmente frequentata".

Soddisfatti i ricorrenti. "È un peccato riassumere in maniera stringata e stringente la sentenza - il commento a caldo dell’avvocato Barboni -. Abbiamo lavorato tanto, abbiamo scritto molte pagine su questa vicenda. Il collegio ha fatto propri tutti i motivi e i vizi che avevamo sollevato, sottolineando le peculiarità della scuola di via Vivaio e annullando l’intera procedura di trasferimento condotta dal Comune di Milano. Il giudice, tra l’altro, ha censurato l’“inversione logica“, oltre che procedimentale, tra la decisione di trasferire la scuola speciale per Ciechi in altro luogo idoneo e la decisione di ottenere un risparmio di spesa"."È stata una battaglia portata avanti con successo da un gruppo di genitori a beneficio di tutta la comunità scolastica, un gruppo che ha saputo fare sintesi e creare sinergie tra le diverse anime della comunità dei genitori, aprendo canali di dialogo con il consiglio di istituto e con l’associazione genitori", ribadiscono Mara Chilosi, Luisa Marin e Annamaria Pedroni del coordinamento per i genitori ricorrenti. Mentre Stefano Alderighi, consigliere di istituto ricorda che non solo il Comune ora dovrà pagare le spese legali ma "si è impegnato con lavori per circa 1.200.000 euro senza aver fatto un’istruttoria adeguata. Un importo mastodontico che poteva essere utilizzato meglio a beneficio di molte altre scuole del territorio". Sul trasloco di via Vivaio resta pendente ancora una causa civile oltre al ricorso della ex preside Laura Corradini, che aveva contestato il mancato rinnovo della reggenza, ora affidata a Lorenzo Alviggi. "Oggi è stato messo in evidenza tutto quello che abbiamo cercato di dire in un anno e mezzo - commenta ora Corradini –: la didattica non può prescindere dai locali e il percorso va costruito d’intesa con la scuola. Le fatiche son state tante, è una vittoria per i ragazzi di adesso e del futuro. Una vittoria della scuola del merito".

Ricorrerà in Consiglio di Stato Palazzo Marino. Fa già sapere che "letta la sentenza del Tar di oggi, il Comune recepisce l’invito ad arrivare alla fine dei lavori per verificare l’idoneità della struttura di viale D’Annunzio". "Nel contempo - aggiunge l’amministrazione comunale - proseguono gli incontri di condivisione con la scuola, i quali seguono un percorso che ha già visto molte attività portate a compimento; proprio per questo motivo il Comune di Milano è fortemente orientato a ricorrere al Consiglio di Stato. I lavori nella scuola di viale D’Annunzio proseguono anche perché indispensabili per il completamento del percorso di trasferimento. La permanenza della scuola presso gli spazi in via Vivaio era già stata prevista fino alla fine dell’anno scolastico in corso".

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