Tra "Lusertön" e malalénga al canton di ball

Emilio

Magni

Qualche volta al "canton di ball", l’angolo della piazza dove si raccolgono gli anziani per tirar mezzogiorno "contandola su", si fa pure un po’ quello che gli amanti del parlar moderno, chiamano "gossip", ma che in italico linguaggio è il "pettegolezzo" e in dialetto la "malalénga" ("lingua velenosa") , termine che però non è mai stato molto usato. Quando il pettegolezzo scadeva in cattiveria nei confronti di qualche malcapitato individuo oggetto del chiacchierare, si diceva "tiràch già la pèll da doss": sparlare con tanta cattiveria di qualcuno da indicarlo come un poveretto al quale strappano addirittura la pelle di dosso: metafora terribile. Ma quale è stata la maldicenza infilatasi nel chiacchierare degli amici del "canton di ball"?. È accaduto che dall’altra parte della strada è passato un individuo da tutti conosciuto ma che non si vedeva da qualche tempo. Qualcuno ha spiegato che il tale era stato lontano perché molto malato. Ha fatto immediatamente irruzione nel cicaleccio la sciura Rosetta, pure lei tra quelli del "canton", la quale con tono un po’ acido ha detto: "De sicur le sta propri tantu malà, perché el par che l’abbia mangiaa i lusert". Il paragone appare un po’ sinistro ma evidentemente uno che mangia lucertole non può che essere magro. Uno molto magro un tempo lo si indicava proprio come uno che mangiava le lucertole. C’era però anche la sintesi "lusertön": affibbiato a uno che era assai magro, emaciato, pallido, così mal ridotto da far pensare proprio alla lucertola. Molti decenni fa, quando la squadra di calcio di Lecco veleggiava tra la serie B e la serie A, al presidente della società piaceva acquistare e infilare nella compagine campioni che ormai avevano fatto il loro tempo ma avevano ancora qualche possibilità di farsi valere. Uno di questi (non diciamo il nome) caracollava per il campo, dinoccolato, molto magro e pallido, anche se le sue giocate erano molto belle. Immancabilmente il pubblico cominciò a chiamarlo "Lusertön", però molto benevolmente.

emiliomagni@yahoo.it

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