
MILANO
"Un locale non vende solo cocktail ma emozioni. Il plexiglass un po’ le uccide. Ho visto dei prototipi di barriere. Sono installati al centro tavola. Per fare il brindisi c’è una finestrella da aprire... Roba da carcere" afferma Ilenia Gabriele, giovane titolare del Blues Canal (oltre che della Buona Forchetta) in via Casale, vicino al Naviglio Grande. Non è la sua unica fonte di turbamento il plexiglass. "Il governo ha detto che dal primo giugno riapriranno bar, ristoranti e gelaterie. Ma sui locali notturni gira voce che la riapertura, assieme alle discoteche, slitterà ancora più avanti. Sarebbe doverosa una comunicazione chiara. Anche perché se dobbiamo rivoluzionare gli spazi - tra distanziamento dei tavoli, termometri, gel sanificanti ed eventualmente barriere obbligatorie - dobbiamo muoverci subito".
Il futuro sarà una vera scommessa per lei e tutti i colleghi: "I Navigli hanno vissuto molto di turismo. Ma i turisti stranieri non torneranno subito nei prossimi mesi. E i milanesi, tra licenziamenti e cassa integrazione, avranno una capacità di spesa ridotta". Gli affitti invece rimarranno gli stessi: lei, per dire, paga solo per il Blues Canal un canone di 16mila euro al mese. La sfida più grande sarà riuscire a far quadrare i conti.
A.L.