
Fatima Az Zahra, al secolo Maria Giulia Sergio: secondo il Viminale si è arruolata nelle milizie siriane
Milano, 14 ottobre 2015 - La Procura di Milano ha chiuso le indagini sulla presunta jihadista italiana Maria Giulia Sergio alias Fatima, sulla sorella Marianna, sul padre Sergio Sergio e su altre persone coinvolte in un'inchiesta del pool anti-terrorismo coordinata dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli e dal pm Paola Pirotta. La posizione della madre di Maria Giulia, Assunta Buonfiglio, e' stata stralciata dal procedimento perche' la donna e' morta in ospedale il giorno dopo aver ricevuto un'istanza di scarcerazione. Si va quindi verso una richiesta di rinvio a giudizio per gli indagati.
L'avviso di chiusura indagini è a carico in tutto di 11 persone, accusate a vario titolo, di associazione a delinquere con finalita' di terrorismo e di organizzazione del viaggio per finalita' di terrorismo. Nove di queste sono presunti estremisti e cinque di loro sono ancora latitanti. Nei loro confronti lo scorso primo luglio era stata emessa un'ordinanza di custodia cautelare in carcere. Tra gli indagati il marito di Maria Giulia, l'albanese Aldo Kobuzi e la sorella 19enne dell'uomo, Serjola. I tre si troverebbero in Siria, dove si erano trasferiti dopo aver abbracciato la causa dell'Islam radicale. Nell'avviso di chiusura, anche tre parenti di Aldo Kobuzi e la cittadina canadese Haik Bushra, 30 anni, anch'ella latitante, accusata di aver svolto un ruolo decisivo "nell'arruolamento" di Fatima e della "sorella Marianna all'interno dell'Is" e di aver gestito 5 gruppi "di indottrinamento" via Skype con iscritte piu' di 300 "donne musulmane". Infine, sono state chiuse le indagini anche per due coniugi albanesi indagati a piede libero. La famiglia Sergio, originaria della Campania ma residente da anni a Inzago (Milano), sarebbe stata pronta a partire per la Siria assieme alla figlia Marianna, prima dell'intervento della Digos. A incastrarli le tante telefonate con la figlia già in Siria, nelle quali Fatima quasi recitava sermoni sulla grandezza di Allah e sulla necessità di andare a combattere contro «i miscredenti», promettendo ai genitori una casa con un grande giardino e un orto da coltivare.