Tentano sequestro imprenditore: nascondiglio pronto a Milano. Fermate 11 persone/ VIDEO

Sequestrati alla banda, fascette, passamontagna, distintivi di guardie giurate e un taser, che doveva servire a torturare l'uomo per costringerlo a versare da 1 a 4 milioni di euro

Il materiale trovato ai sequestratori

Il materiale trovato ai sequestratori

Milano, 12 dicembre 2019 - Undici persone sono state fermate, e altre sei sono state oggetto di un'ordinanza di custodia cautelare, nel corso di due articolate indagini dei carabinieri per sequestro di persona e per rapina che si sono incrociate, tra Modena, Napoli e Milano. Ad operare sono stati i militari della compagnia di Corsico, e quelli del Nucleo Investigativo di Bologna, coordinati dalla Procura emiliana. Gli 11 sono "gravemente indiziati del delitto di tentato sequestro di persona a scopo estorsivo in concorso" nei confronti di un imprenditore. Stamani, inoltre, gli stessi reparti, a Napoli e a Modena, hanno notificato un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del tribunale di Bologna, a carico di altre 6 persone (2 delle quali sono anche tra i fermati per il sequestro di persona) con l'ipotesi di rapina aggravata in concorso. 

Il piano era pronto, la banda aveva anche individuato l'appartamento di Milano dove tenere in ostaggio un imprenditore 40enne bolognese del settore informatico, per costringerlo ad effettuare versamenti milionari su conti correnti esteri, ma la sera prima del sequestro i carabinieri di Corsico e di Bologna sono entrati in azione fermando 11 persone tra il capoluogo lombardo, Verona e Reggio Emilia. Otto dei fermi sono stati eseguiti su richiesta del pm bolognese Roberto Ceroni, mentre gli altri tre su iniziativa dei militari. L'indagine è partita da una inchiesta per truffe informatiche della procura di Milano, che mesi fa aveva sequestrato alcuni conti correnti riconducibili a membri della banda. Da qui la necessità del gruppo di rientrare dei soldi 'persi', almeno 300mila euro, e l'idea da parte di due veronesi, fratello e sorella, titolari di alcune ditte di componenti informatici, e di un reggiano, autista di bus pubblici, con piccoli precedenti di polizia, di mettere a segno il 'colpo'. Tra settembre ed ottobre la banda ha studiato il piano, facendo diversi sopralluoghi per individuare la casa del sequestro, fissando un appuntamento con l'imprenditore per ieri mattina, a Milano, dove doveva essere sequestrato, e pedinandolo nei suoi spostamenti da Bologna.

A prelevarlo dovevano essere quattro napoletani. Ai membri della banda i militari hanno sequestrato, fascette, passamontagna, distintivi di guardie giurate, un manganello  elescopico e anche un taser, che doveva servire a torturare l'imprenditore per costringerlo a versargli da uno a quattro milioni di euro. Oltre a sventare il sequestro, i carabinieri hanno eseguito anche sei ordinanze di custodia cautelare in carcere, due nei confronti del conducente di bus e di un altro reggiano, per una rapina commessa a Modena in una sala slot l'11 novembre.  anche in questo caso il 'lavoro sporco' era stato appaltato a tre pregiudicati napoletani.

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