Milano, tangenti per dentiere e apparecchi Wisil: cinque arresti

Fra loro dentisti e manager. Il sistema durava da trent’anni, intimidazioni a pm e testimoni

Le telecamere nascoste hanno ripreso nella sede dell’azienda un summit fra le persone inda

Le telecamere nascoste hanno ripreso nella sede dell’azienda un summit fra le persone inda

Dentiere e apparecchi per bambini a prezzi gonfiati grazie a medici compiacenti che così arrotondavano lo stipendio. Costi delle protesi quasi raddoppiati e "scaricati sui pazienti". Questo, per la procura, era il metodo Wisil Latoor, adottato da una delle aziende leader nel settore delle protesi dentarie fornite a cliniche e ospedali. Cinque arresti, ieri mattina, nell’ambito di una inchiesta che ipotizza i reati di associazione per delinquere, corruzione e falso. Il provvedimento è stato firmato dal giudice per le indagini preliminari, Carlo Ottone De Marchi. Agli arresti domiciliari sono finiti Giorgio Coccolo, odontoiatra negli ambulatori della Asst Milano Nord, Gianfranco Colella, dentista presso l’ospedale di Sant’Angelo Lodigiano, Roberta Miccichè, legale rappresentante della Wisil Latoor srl, e due collaboratori. Per l’accusa del pm Paolo Storari, i medici avrebbero percepito a partire dagli anni ’90 una percentuale sulle forniture per un ammontare annuo tra 5mila e 8mila euro in contanti. L’inchiesta ha anche documentato con immagini lo scambio del denaro.

Nell’indagine è stato accertato il rilascio di prescrizioni di apparecchi per bambini, non necessari, non impiantati o dai costi indebitamente raddoppiati. Circa le protesi, prescrizioni mediche con voci accessorie non corrispondenti ai trattamenti effettuati, al solo fine di aumentare il valore finale della prestazione con fatturazione e pagamento a carico dell’incosapevole paziente. In cambio, per i medici compiacenti c’era un compenso calcolato “scientificamente“, in percentuale sul fatturato procurato all’azienda grazie alle prescrizioni mediche rilasciate. Denaro corrisposto senza troppi problemi con ricche bustarelle consegnate a mano o con sconti sull’affitto di locali per i loro studi privati. Stando alle accuse, il dottor Colella, da ieri ai domiciliari e soprannominato “l’imperatore“ all’interno della stessa Wisil Loatoor, secondo una testimone "per ogni semestre, almeno dal 2018, ha ricevuto una busta contenente una cifra che varia tra i 4mila e gli 8mila euro". Secondo le indagini, il "sistema" sarebbe stato messo a punto già dagli anni ’90 dall’allora rappresentante legale della Wisil, e portato avanti dalla sua vedova Roberta Micciché quantomeno dal 2013 al 2020, con la costante partecipazione di Maurizio Balducci e Maurizio Cosentino, i suoi due collaboratori arrestati. Oltre ai medici ai domiciliari anche altri sono indagati perché anche loro si sarebbero prestati "alla messa in atto di un sistema illecito concordato con la Wisil a danno degli utenti in cura presso gli ambulatori" per i quali venivano gonfiati i costi delle prestazioni.

La direzione generale Welfare di Regione Lombardia, ieri ha espresso "piena fiducia negli inquirenti ed assicura massima collaborazione per un rapido e completo accertamento dei fatti e delle responsabilità". In una nota ha fatto sapere che è stata "immediatamente istituita una Commissione di indagine interna per ogni opportuno approfondimento", sull’inchiesta avviata dalla magistratura.

 

 

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