Tangenti in Lombardia, ora in tanti vogliono vuotare il sacco

Imprenditori, professionisti e funzionari bussano alle porte dei Pm

Silvia Bonardi e Adriano Scudieri, Pm del Tribunale di Milano

Silvia Bonardi e Adriano Scudieri, Pm del Tribunale di Milano

Milano, 26 maggio 2019 – Vogliono parlare e raccontare tutto. Come 27 anni fa, in piena Tangentopoli, sono sempre di più gli imprenditori, i professionisti e i funzionari che bussano alla porta dei pm milanesi impegnati nelle indagini sul nuovo, premiato tangentificio lombardo. Fanno la coda per definire i contorni dei loro affari e contribuire a dipanare - almeno in parte - una trama fitta di intrecci tra affari e politica e in qualche caso anche di legami con mafia e ’ndrangheta. Supermercati, edilizia, municipalizzate, sanità. Nessun settore è escluso. Gli indagati prima erano 96 e poi sono saliti a 105. E molti vogliono chiarire il perimetro in cui si muovevano con disinvoltura i big di Forza Italia di ieri e di oggi, come la coordintarrice regionale Lara Comi e soprattutto “responsabile di fatto” del partito, Nino Caianiello, chiamato Jurassic Park per la sua voracità.

Ex potentissimo “ras” azzurro di Varese, indicato dagli inquirenti come il vero “burattinaio” dell’intero sistema, in un’intercettazione si autodefinisce il “sole” attorno al quale gira la terra fatta di affari e intrecci tra legalità e illegalità. Le indagini vanno da Milano a Novara, a Legnano, Gallarate fino a Varese, cuore della vecchia e nuova Lega. L’onda travolge consiglieri comunali, sottosegretari del Pirellone, parlamentari, candidati alle europee, imprenditori. E sfiora anche il presidente Attilio Fontana, che con Lara Comi e soprattutto con Cainiello aveva contatti frequenti. Partita da un filone di appalti pubblici, l’inchiesta arriva fino al manager Daniele D’Alfonso, ritenuto vicino alle cosche di Platì. E proprio il suo braccio destro Matteo Di Pierro, davanti ai pm ha chiarito la vicenda dei presunti appalti truccati indetti dall’Amsa, ottenendo in cambio di poter andare agli arresti domiciliari. Sulla stessa linea anche Andrea Gallina, amministratore delegato della società municipalizzata di Novara ‘Acqua Novara vco spa’, che ai magistrati ha parlato di un appalto truccato per il “servizio di spurgo condotte fognarie-pulizia vasche degli impianti del servizio idrico”. E tanti altri hanno deciso di emularli.

La prossima settimana l’agenda dei pm Adriano Scudieri, Silvia Bonardi e Luigi Furno è fitta di impegni, tra udienze davanti al Riesame per gli indagati (tra cui lo stesso Caianiello) che chiedono una revisione della misure cautelari e nuovi interrogatori con chi spera di poter aggiungere dettagli utili e alleggerire la propria posizione. Tra loro, anche l’ex assessore all’Urbanistica di Gallarate, Antonio Petrone, difeso dall’avvocato Concetto Daniele Galati, fedelissimo di Caianiello, finito in carcere per aver armeggiato per far modificare il Pgt a favore della catena di supermercati Tigros dell’imprenditore Paolo Orrigoni, anche lui indagato. Adesso vorrebbe raccontare la sua verità.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro