Sui binari 57 gradi. E i treni della M2 rallentano

Ieri pomeriggio per le alte temperature i convogli hanno dovuto precauzionalmente ridurre la velocità di marcia di 20 chilometri orari

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di Giambattista Anastasio

Cinquantasette gradi: questa è la temperatura riscontrata ieri pomeriggio sui binari della Metropolitana 2, una temperatura considerata critica da tutti i protocolli del settore e proprio per questo, ieri, in via precauzionale, i convogli hanno dovuto moderare la velocità di marcia, riducendola di almeno 20 chilometri orari. La temperatura anomale si è riscontrata sui binari direttamente esposti al sole, dove i treni viaggiano in superficie, quindi solo lungo la linea verde – l’unica ad uscire dal sottosuolo – e solo lungo le sue tratte più periferiche, quelle tra Cimiano e i capolinea di Gessate e Cologno Nord e tra Famagosta e Assago Forum.

L’andamento lento dei treni si è reso necessario nel primo pomeriggio di ieri e, come ovvio, ha provocato un allentamento dei tempi di attesa a cascata su tutta la linea. La circolazione è poi ripresa regolarmente intorno alle 20, nella prima serata. Negli ultimi anni non si era mai reso necessario diminuire la velocità di marcia dei treni delle linee della metropolitana. Da verificare, poi, eventuali legami tra le alte temperature e le anomalie nel consumo delle ruote dei treni riscontrate, invece, da Trenord. Gianpiero Mastinu, docente di Rail Vehicles al Politecnico di Milano, non si sbilancia, ma nota: "L’unico parametro che è cambiato quest’anno è quello climatico, quindi io prenderei in considerazione anche questo fattore nell’analisi ma aspettiamo i riscontri dei periti senza sotituirci a loro".

Già da giugno le sale operative dell’ Areu Lombardia, l’agenzia regionale emergenza urgenza, stanno registrando un incremento del numero di richieste di soccorso sanitario più elevate rispetto a quelle osservate durante lo stesso periodo dei 3 anni precedenti. Ad esempio, il numero medio di richieste di soccorso a giugno e luglio di quest’anno nelle province di Milano e di Monza e Brianza è di 1.800 contro le 1.500 dello stesso periodo dei tre anni precedenti. Incrementi analoghi anche nelle altre province della regione. Alla base dell’aumento delle richieste, si sottolinea dall’Areu Lombardia, "due diverse motivazioni: da una parte le temperature più elevate rispetto alla media stagionale, dall’altro la prevalenza di pazienti Covid più alta rispetto a quella degli anni precedenti". La popolazione più frequentemente soccorsa, per motivi non traumatici, è quella fragile, ovvero composta da soggetti di età superiore ai 65 anni di età affetti da patologie croniche.

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