La Milano da scrocco? Un’arte degli studenti fuori sede

La mappa e le regole d’oro di tre studenti di Brera a caccia di vernissage

Yunes in versione T-Rex

Yunes in versione T-Rex

Milano, 28 agosto 2018 - Un T-Rex affamatissimo, con le braccine corte e una predilezione per i vernissage, pronto ad agguantare i buffet. È l’immagine simbolo della “Milano da scrocco”, coniata da tre studenti fuorisede dell’Accademia di Brera: Giada, 21enne di Modena, Yunes, 22enne di Sanremo, e Alessio, 19enne di Nova Milanese.

Si sono incontrati durante il corso di Nuove Tecnologie dell’arte e hanno scoperto di condividere la passione per l’inaugurazione delle mostre e soprattutto per il rinfresco finale. «Lo studente fuori sede è quell’individuo che si trova spesso a sopravvivere nella giungla cittadina servendosi delle poche risorse economiche rimaste per poter ottenere un lauto pasto dopo le fatiche della giornata – sottolineano i tre –. Stanchi di questa situazione, abbiamo iniziato a frequentare inaugurazioni, vernissage, buffet e aperitivi promozionali offerti dalla città. Da quel momento la nostra vita è cambiata». Così, quando la loro professoressa di Brera ha proposto una mappa di Milano in chiave originale, a loro è subito venuta in mente quella “Milano da bere” che vira sulla “Milano da scrocco”, disegnandola quartiere per quartiere, evento per evento. È cominciato quasi per gioco, coinvolgendo alcuni amici, hanno creato poi una prima pagina Facebook, seguita da 4.086 amici, e le loro storie sono approdate su Instagram con 1.774 follower. L’idea è piaciuta pure alla prof: la “Milano da scrocco” sarà anche il loro esame di Tecniche della comunicazione.

«Perché è anche un’occasione per promuovere attività e gallerie non molto conosciute, in periferia – sottolinea Giada –. Noi ringraziamo sempre, condividiamo le foto. Facciamo pubblicità gratuita, in fondo ed è uno scrocco “interessato”, siamo interessati all’ambiente e all’arte». Certo, chi si vede annunciare il proprio evento sulla pagina Facebook deve rifornire per bene il buffet: «Alla prima inaugurazione hanno avuto paura, hanno messo all’ultimo minuto la selezione all’ingresso – sorride Giada – poi quando abbiamo detto che eravamo studenti di Brera ci hanno aperto le porte, ringraziato e hanno ricondiviso l’iniziativa. “Milano da Scrocco” non è solo cibo, ma anche un modo di conoscere, interagire e condividere». Nascono anche amicizie, quest’estate soprattutto con i gelatai di Milano, presi d’assalto, e fra gli “scrocconi” che seguono la pagina e si incontrano sul luogo del delitto. I tre T-rex fuorisede sono riusciti a trovare anche sushi da scrocco. «Ci hanno detto che “scrocco” è brutto come termine – spiega la fondatrice –, ma arriva, è immediato e lo “scrocco” può avere un’accezione positiva quando crea comunità. Ci siamo rivolti ai fuorisede come noi, ma abbiamo fan dai 16 ai 60 anni». I tre fondatori preparano il calendario, alcuni seguaci danno le dritte. C’è il cibo, ma ci sono anche eventi musicali gratuiti e cinema sotto le stelle, senza biglietto. «Il carovita a Milano è innegabile – conclude Giada – gli affitti costano il triplo rispetto ad altre città, ma se sai come muoverti riesci a vivertela benissimo: c’è una Milano per tutte le tasche. La si impara col tempo, io frequento il terzo anno... Con “La Milano da scrocco”, le matricole che arrivano oggi partono avvantaggiate».

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