
La squadra dei migrnati
Milano, 22 febbraio 2019 - Migranti che per effetto dei limiti all’iscrizione anagrafica e alla residenza stabiliti dal decreto sicurezza potrebbero trovare ostacoli nell’iscrizione alla Figc. Altri potrebbero perdere il permesso di soggiorno mentre un gruppo - ex ospiti del centro di accoglienza di via Corelli trasferiti in altre zona della Lombardia dopo la chiusura della struttura - stanno facendo i salti mortali per partecipare agli allenamenti e scendere in campo ogni fine settimana. Insulti razzisti che, a volte, piovono durante le partite. Scogli sulla strada del St. Ambroeus Fc, formazione composta da calciatori provenienti da tutto il mondo che ha esordito in Terza categoria e si trova a metà classifica.
A rischio un progetto che usa lo sport come strumento per abbattere le barriere, che ha ottenuto premi e riconoscimenti, sta entrando nelle scuole con incontri tra giocatori e studenti. Un progetto che ieri è anche finito sotto la lente degli antropologi dell’Università Bicocca, nell’ambito delle iniziative del World Anthropology Day. Il dottorando Dario Nardini e lo studente Daniele Antonazzo hanno assistito all’allenamento in via Fabio Massimo, zona Corvetto. «Ho concentrato i miei studi sullo sport, riscontrando che spesso dietro i valori di facciata si nascondono violenza ed esclusione», spiega Nardini, che ha condotto ricerche sulla lotta bretone raccolte in un libro, e sta concludendo il dottorato con un lavoro sul surf in Australia.
«Un’esperienza come quella del St. Ambroeus - prosegue - è unica e particolare perché include persone di origini diverse, abbiamo voluto studiare come avviene l’integrazione». Un esperimento sociale che, però, ha di fronte ostacoli. «Per iscriverci al prossimo campionato serviranno più di 10mila euro - spiega Roberta De Palo -. Il clima in questo periodo non è dei migliori: a volte i ragazzi hanno ricevuto insulti razzisti da parte degli avversari, e hanno fatto finta di niente». E storie finite sotto i riflettori come quella di Ansou Cissè, il giovane talento senegalese sgomberato dal Cara di Castelnuovo di Porto, potrebbero ripetersi a Milano. «Un nostro giocatore dopo la chiusura di via Corelli è stato trasferito a Pavia - prosegue De Palo - e sta facendo di tutto per non mancare agli allenamenti. Un altro, ad Agrate Brianza, mi ha appena scritto: non riuscirà più a venire».