
di Barbara Calderola
Un anno fa il primo esposto ai carabinieri sui vizi di procedura, ora il secondo "sui rischi per la salute pubblica". I comitati Salviamo il Lago Gabbana e Cernusco Bene Comune chiedono "un monitoraggio urgente" alla giunta dopo la relazione dei geologi di Arpa che certifica "la presenza nello specchio d’acqua dell’ex cava di sostanze cancerogene e di solventi clorurati con rischi per la falda". "A questo punto ci aspettiamo interventi a tutela della comunità che viene prima di qualsiasi interesse privato", dice per tutti Alessia Capellini, portavoce del quartiere che dal 2019 si batte contro l’interramento del laghetto previsto dal progetto di recupero e osteggiato dai residenti, che temono di scambiare il paradiso fiorito dopo la fine dello sfruttamento con colate di cemento. Per accompagnare il cambiamento, l’amministrazione ha aperto un tavolo dove siedono la proprietà dell’area e le associazioni ambientaliste. Il sindaco Dario Veneroni chiarisce: "Il rispetto delle regole prima di tutto. Anche noi siamo dalla parte dei cittadini, spero che nessuno ne dubiti. La cabina di regia c’è proprio per assicurare massima trasparenza al percorso. Credo che la presenza di Legambiente sia una garanzia per tutti. Se ci sono nuove evidenze, delle quali non siamo a conoscenza, aspettiamo l’esito delle indagini. La prima denuncia non si è tradotta in azioni concrete". La tegola è piovuta sulla - contestata - riqualificazione dell’area presentata on-line alla città, lunedì. Il rione che oggi si gode dal balcone lo spettacolo della natura teme di ritrovarsi, presto, davanti, un ecomostro. "Se non rispettassimo i diritti maturati dal privato ci troveremmo coinvolti in una causa milionaria", ricorda Veneroni. Sottinteso, perdente. L’azione di sensibilizzazione dei Comitati ha spinto la ditta e le istituzioni a fissare paletti sul futuro della riserva. Il sindaco esclude "il rischio di speculazioni. L’ex cava tornerà alle condizioni originali". La soluzione condivisa riuscirà, questo è l’obiettivo della giunta, a garantire l’interesse generale: dell’impresa a recuperare l’area, degli abitanti a non perdere lo straordinario ecosistema che da 70 anni si è venuto consolidando. Sono previsti anche test a campione sulla falda, ma adesso bisogna capire come e se la scoperta degli inquinamenti cambierà le cose.