Sos giovani: più casi in Comune Oltre 1.700 richieste di aiuto al servizio d’ascolto AccogliMi

Il 60% delle chiamate arriva da ragazze che hanno in media 16 anni per problemi relazionali. Il sindaco Sala: "La pandemia ha aggravato i problemi che riguardano il loro percorso di vita"

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Sempre più giovani bussano al servizio di ascolto AccogliMi del Comune di Milano per chiedere un supporto psicologico. "Tra aprile e dicembre dello scorso anno sono stati attivati 1.762 contatti e 185 sono stati i casi accolti - ha fatto i conti ieri il sindaco Giuseppe Sala nel suo podcast quotidiano -. C’è stata una progressione considerevole dei casi accolti nell’ultima parte dell’anno a conferma del fatto che alla conoscenza del servizio risponde una crescita significativa del manifestarsi delle domande". A chiedere aiuto sono più le ragazze che i ragazzi. "Le adolescenti di sesso femminile rappresentano il 60% dei contatti e hanno in media 16 anni, i maschi hanno in media 17 anni - ha continuano il sindaco -. I bisogni espressi in 47 casi su 185 fanno riferimento alla difficoltà di gestione delle relazioni coi coetanei, sia a scuola che fuori, a cui si aggiungono il ritiro sociale e la conflittualità coi genitori". Secondo il sindaco c’è un dato, in particolare, che dimostra quanto sia importante avere servizi più vicini agli adolescenti e ai loro genitori: su 10 richieste, otto provengono da famiglie che non sono già aiutate da altre strutture.

AccogliMi è un progetto di ascolto e accompagnamento verso i servizi territoriali, in raccordo anche con Ats ed enti del terzo settore, dedicato ad adolescenti tra i 14 e i 18 anni: risponde a un numero verde e ha l’obiettivo di impedire la cronicizzazione del disagio. Si rivolge a un potenziale bacino di 60mila persone e impiega al momento 40 operatori tra psicologi, psicoterapeuti, educatori, pedagogisti e mediatori culturali. "È oggi sotto gli occhi di tutti come la pandemia abbia aggravato i problemi che riguardano il percorso di vita degli adolescenti - ha ribadito il sindaco -, difficoltà che possono sfociare in patologie, aggravate anche dalla carenza di interventi tempestivi e dal generale allontanamento delle strutture sanitarie dalla vita dei quartieri". "Noi continueremo a lavorare, per non disperdere la consapevolezza del problema acquisita faticosamente durante il periodo pandemico e capitalizzare quanto abbiamo imparato in questi tre anni, in modo che le sofferenze dei nostri ragazzi non siano state vane", la promessa del primo cittadino.

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