Tra i passeggeri prevalgono la sorpresa, le perplessità e il timore che sia soltanto l’inizio, che da qui ai prossimi mesi altre linee urbane di Atm possano seguire la stessa sorte della 46, vale a dire: siano affidate ad aziende di trasporto private. Ma vale anche l’opposto: perplesso e timoroso dell’effetto precedente è anche chi viaggia tutti i giorni, o quasi, sugli autobus griffati Stav e ha paura, quindi, che lo sbarco dell’azienda nel trasporto urbano milanese possa togliere qualità e quantità al servizio offerto nel bacino d’utenza bituale, quello della provincia di Pavia. Decisamente meno sfumata e più critica la posizione dei sindacati di base, in particolare dei Cobas Atm che nella mattinata di ieri, giorno di sciopero, si sono ritrovati davanti a Palazzo Marino per un presidio di protesta fissato già da giorni. Loro si chiedono, invece, perché Stav riesca dove Atm non riesce. Queste in sintesi alcune delle reazioni all’accordo riportato ieri, quello col quale Atm, il 12 ottobre, solo pochi giorni fa, ha affidato a Stav, azienda di trasporto privata, le corse della linea 46, una linea urbana, una linea di superfie, la linea che serve parte del quadrante sud-ovest di Milano, per l’esattezza dal quartiere Cantalupa alla stazione Famagosta della Metropolitana 2. Un accordo senza precedenti per una linea il cui tracciato si snoda interamente entro i confini di Milano e che fa il paio con quello raggiunto da Atm con la stessa Stav per la 353, che serve, invece, il Comune di Assago. Altrettanto è stato fatto, ma a fine settembre, con Smartbus, altra azienda privata alla quale Atm ha delegato le corse lungo due linee extraurbane: la 707 e la 709, entrambe sul territorio di Cologno Monzese. In tutti i casi si tratta di affidamenti della durata di un anno, quindi validi fino alla fine di settembre 2025.
Atm ha fatto ricorso a questi accordi per contrastare gli effetti indesiderati di quella mancanza di conducenti che già da mesi sta costringendo l’Azienda a ridimensionare il servizio offerto in superficie, diminuendo il numero delle corse e allungando le attese tra una e l’altra, in particolare nelle ore di morbida. Tra autobus e filobus, le linee che hanno subìto una rimodulazione sono 90 su 130. La strategia perseguita da Foro Buonaparte in questa fase critica è quella di esentare i propri autisti dal coprire linee non di forza del trasporto pubblico cittadino (come la 46) per meglio concentrarli su linee più affollate e contraddistinte da frequenze ravvicinate. Ma i sindacati di base,come detto, non ci stanno. Tra le ragioni della protesta organizzata ieri mattina c’è anche il timore di una progressiva privatizzazione dell’Azienda di trasporto milanese, come spiega Claudio Signore, responsabile Al Cobas Atm: "Sta già succedendo sotto i nostri occhi – ha affermato –, la linea 46 in questi giorni è stata subappaltata alla Stav, mi riservo qualsiasi commento di come possa una ditta così piccola gestire un trasporto pubblico così complesso e così importante. è ora di finirla. Se l’obiettivo è questo, noi non ci stiamo. Non a caso, è la prima volta nella storia che si taglia il servizio pubblico". Quando gli si pone il problema della mancanza di personale, Signore conferma: "Solo nel mio deposito mancano tra i 100 e i 150 lavoratori. Ogni giorno ci sono 120 turni scoperti che non si riescono a coprire. Si coprono un po’ con lo straordinario e quindi con un ulteriore aggravio delle condizioni di lavoro dei conducenti ma gli altri non si riescono a fare".
Infine le critiche dei comitati cittadini, presenti al presidio, per l’allungamento dei tempi di attesa alle fermate: "I disserivizi sono tantissimi – ha fatto sapere Cristiano Tinelli, rappresentante del “Gruppo Milano“–. Ovviamente il primo problema sono le linee che sono state tagliate. Poi la mancanza di personale. Sappiamo anche dai sindacati, con i quali stiamo facendo questa battaglia condivisa, che c’è un problema coi dipendenti e con le assunzioni, un problema di salari e che la città è diventata invivibile, il costo della vita si è alzato enormemente e abbiamo persone nel nostro comitato che proprio per questo sono andate a vivere fuori città". Lo sciopero di ieri ha provocato la chiusura della Metropolitana 2 e della Metropolitana 4 nella fascia oraria compresa tra le 8.45 e le 15 e delle Metropolitane 1, 2 e 4 nella fascia oraria serale, quella che va dalle 18 fino alla fine del servizio. Alla sera sono quindi rimaste operative sia la Metropolitana 3 sia la Metropolitana 5.