Simone Stucchi morì nella rissa Il pm: "Sette anni a due aggressori"

"Hanno voluto la morte di Simone Stucchi o comunque la potevano prevedere". Sono le parole del pm Antonio Cristillo che ieri ha chiesto alla Corte d’Assise di condannare a 7 anni e 2 mesi e 8mila euro di multa e 7 anni di reclusione due dei giovani, tra i 19 maggiorenni arrestati circa un anno fa, per la maxi rissa in un parco a Pessano con Bornago, nel Milanese, che il 29 settembre 2021 era finita con l’omicidio a coltellate del 22enne Dimitry Simone Stucchi. Rissa nata da contrasti tra i due gruppi per un debito di droga e annunciata da "un susseguirsi di messaggi" del giorno precedente con la "chiamata alle armi". Ieri, prima della requisitoria, è stato sentito in aula l’ultimo ragazzo, testimone assistito ma proprio ieri assolto da tutti i reati contestati dal Tribunale per i minorenni.

In requisitoria, il pm ha ribadito come "i due imputati fossero in grado di prevedere quale sarebbe stato lo sviluppo della rissa. Erano stati resi edotti della presenza delle armi. Erano stati resi edotti dell’acredine tra i due gruppi", quello di Pessano con Bornago che "ha avuto la meglio" su quello di Vimercate a cui apparteneva la vittima. Inoltre per il rappresentante dell’accusa "Stucchi non ha avuto completamente giustizia, perché è stato ucciso da 5 o 6 persone ma le imputazioni dolose sono a carico di uno solo", un minorenne individuato come colui che materialmente lo ha accoltellato.

Anche "se non si sa bene a chi attribuire le specifiche condotte" e ritenendo che i due giovani siano responsabili di concorso anomalo in omicidio volontario, rissa lesioni e spaccio, il pm ha spiegato che le sue richieste erano "miti" per il "minimo contributo" dato "nella preparazione o esecuzione" dai due giovani. L’avvocato dei familiari ha chiesto 385mila euro di danni per ciascuno dei genitori e 164 mila euro per la sorella. In tutto quasi un milione di euro.

La difesa di uno dei due imputati, invece, ha sostenuto che "deve essere dimostrato" che il suo assistito "ha avuto una condotta" compatibile con quel che è accaduto, invitando la Corte a "non sovrapporre la presenza del ragazzo al parco", luogo di ritrovo serale, "con la prova" di una sua partecipazione alla rissa di cui, per altro, "non ci sono indizi chiari, precisi e concordanti". La sentenza è attesa per il 19 giugno.