La lunga battaglia di Francesco: senza soldi, colpa del nome errato

Buccinasco, il sussidio resta un sogno

Francesco Muscillo continua la sua battaglia per ottenere la pensione dopo anni di lavoro

Francesco Muscillo continua la sua battaglia per ottenere la pensione dopo anni di lavoro

Buccinasco (Milano), 12 aprile 2018 - Sono anni che lotta contro la burocrazia. Sono anni che scrive a questo o quell’ufficio, di questo o quell’ente pubblico, per veder riconosciuto quello che è un suo diritto: la pensione. Prima di suo pugno, poi con l’aiuto di un centro di assistenza fiscale, Francesco Muscillo, classe 1943, residenza a Buccinasco, non è ancora riuscito ad ottenere nessun sussidio: né quello della pensione sociale chiesta nel 2000, né quello della pensione di anzianità richiesta più di recente (2016) con il raggiungimento dei requisiti previsti dalla legge. «Capisco che la mia posizione contributiva non sia semplice – spiega Francesco Muscillo – ho lavorato per enti pubblici e per privati, in Italia e all’estero, ma certi errori sono grossolani e facilmente risolvibili utilizzando un pizzico di elasticità e di logica».

Agente di custodia (oggi corpo di polizia penitenziaria) che per esigenze di servizio ha girato l’Italia, all’inizio degli anni ‘80 ha smesso i panni del dipendente pubblico iniziando a lavorare per aziende private. Questa scelta l’ha portato a trasferirsi, per alcuni periodi, all’estero. Inpdap e Inps sono gli enti previdenziali che si leggono sui decreti di ricongiunzione che, poiché riportanti anomalie ed errori, sono stati contestati. «Il primo errore lo ha commesso il ministero della Giustizia, dipartimento dell’amministrazione penitenziaria - spiega Francesco consultando le carte e accertandosi di leggere correttamente l’ufficio di provenienza della missiva – nel 2000, mi hanno inviato un decreto di ricongiunzione indicando, nelle generalità, il nome sbagliato: anziché Muscillo Francesco hanno scritto Muscillo Vincenzo. L’ho comunicato e mi hanno rispedito il decreto modificando il nome a penna e apponendo un timbro a garanzia. Ma non l’hanno inviato all’inps e, di conseguenza, i miei contributi versati all’ente previdenziale pubblico non risultavano. Finalmente, dopo lettere su lettere, grazie all’intervento del patronato Acli di san Cristoforo il 15 giugno 2017, sono riuscito ad ottenere la costituzione della posizione assicurativa della legge 322/58 corretta».

Ma non è finita; un altro errore blocca le pratiche dell’uomo, originario della Lucania. «Un’altra volta – racconta – hanno sbagliato una data: hanno scritto che ho terminato il servizio in Lussemburgo in una data antecedente all’inizio dello stesso. Un errore che normalmente verrebbe corretto usando la logica, ma non quando si ha a che fare con questi enti». Dopo queste traversie, nonostante i continui solleciti effettuati anche dal patronato, per l’uomo oggi 74enne, la tanto attesa pensione è ancora un sogno.

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