MIlano – A settembre tra i banchi della Lombardia si conteranno circa 11.300 alunni in meno alle elementari e 7.800 alle medie; aumenteranno gli studenti alle superiori, che saranno 7.600 in più. È partendo da questa fotografia che l’Ufficio scolastico e i sindacati si stanno incontrando per affrontare la partita dell’organico. "Siamo in attesa del decreto ministeriale e di capire quali saranno i criteri di distribuzione - spiega Massimiliano Sambruna, Cisl Scuola Milano –: nonostante il calo demografico, l’organico assegnato alla Lombardia è stato confermato. Tecnicamente, almeno sulla carta, rispetto allo scorso anno le scuole dovrebbero avere più respiro".
Serviranno però più docenti alle superiori che insegnanti alle primarie. "L’auspicio è che la ridistribuzione non sia così netta e che non si taglino troppi posti alla primaria, perché è vero che ci sono 11.300 alunni in meno, ma c’è sempre il tema del tempo pieno, da garantire", ricorda il sindacalista. Un tempo pieno che è stato scelto dal 59,6% delle famiglie lombarde quest’anno e dal 93% degli iscritti milanesi.
Cronica l’emergenza-sostegno: i concorsi aperti non saranno risolutivi. "Già in partenza ci sono meno candidati rispetto ai posti a disposizione – ribadisce Sambruna –. E anche per le altre materie non abbiamo ancora sicurezza sulle tempistiche. I candidati che sono stati ammessi all’orale non sono pochi, speriamo che le procedure si chiudano prima dell’avvio del prossimo anno scolastico". Guardando i dati lombardi sui concorsi, per la scuola dell’infanzia e la primaria si sono fatti avanti 11.280 candidati per 6.552 posti; per medie e superiori in 57.505 per 7.017 cattedre. Nella regione con il più alto numero di posti a bando (risultati permettendo, ci saranno 13.500 assunzioni a tempo indeterminato) rispetto ai 4.500 insegnanti di sostegno che si sarebbero voluti finalmente stabilizzati, solo 250 si sono presentati al concorso. Secondo il report ministeriale inviato a metà marzo e diviso per regione, per le selezioni alle scuole dell’infanzia e primarie, nei tre turni delle prove scritte si sono presentati in 6.795 (rispetto agli 8.174 iscritti) e sono stati ammessi alla seconda fase in 5.856, ovvero l’86,18%.
Ai test per le scuole secondarie, dei 30.974 partecipanti analizzati (che corrispondono al 74,94% degli iscritti) sono stati ammessi agli orali in 26.037, ovvero l’84,06%. La sfida si fa più dura per Scienze giuridiche-economiche (17 posti contesi da 1.605 aspiranti docenti) e Scienze motorie per le medie (3.253 candidati per 205 posti). Ci sono 56 posti per Inglese alle superiori e 2.120 sfidanti. Se, dati alla mano, la prova scritta è stata la meno selettiva degli ultimi anni in tutta Italia, e nei concorsi passati era la polemica sulle bocciature a tenere banco, già prima dell’orale interviene il ministero, con una nota, a difendere l’idoneità del test: "Sul livello di difficoltà sono state sollevate polemiche molto superficiali, basate su pochissimi quesiti. Le prove sono adeguate a selezionare i migliori".