Screening tumori ed epatite C, ecco gli obiettivi

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Con meno di 950 ricoverati Corona negli ospedali nonostante poco meno di settemila nuovi contagiati scoperti ieri in Lombardia, la sanità deve tornare a pieno regime sulle altre malattie. E su una prevenzione fatta d’altri tipi di tamponi o esami: la Regione ha dato alle Ats e alle Asst gli obiettivi per gli screening, cioè i test gratuiti a tappeto proposti a fasce precise della popolazione per alcuni tumori, ma anche finalizzati all’eradicazione dell’epatite C.

Un virus del quale un nuovo farmaco pochi anni fa ha stravolto la prognosi, dato che consente di eradicarla in poche settimane. Ed è gratuito per i pazienti in Italia, uno dei Paesi in cui l’epatite C, che può rimanere latente per decenni, è più diffusa. Il problema è individuarli: nel 2019 l’Istituto superiore di sanità stimava il “sommerso“ in 300 mila italiani positivi asintomatici, che rischiano di scoprire il virus tardi, quando ha prodotto danni irrimediabili.

Gli obiettivi, stabiliti con una delibera approvata dalla Giunta su proposta della vicepresidente e assessore al Welfare Letizia Moratti, indicano i target, le performance e il modo per calcolarle. I programmi antitumorali prevedono l’invito, nel biennio 2021-2022, di almeno il 95% delle donne tra 50 e 74 anni, e di almeno l’80% di maschi e femmine della stessa fascia d’età per lo screening biennale, rispettivamente, della mammella e del colon-retto. Per il tumore della cervice, l’estensione dell’invito per l’Hpv-Dna test ad almeno il 95% delle donne nate nel 1958 e nel 1959 nel 2022 e di almeno il 95% della classe 1997 (le neoventicinquenni) al pap test (se non vaccinate dal papillomavirus), con invito sistematico a vaccinarsi. Sono fissati anche gli obiettivi per gli esami "di secondo livello" quando gli screening risultano positivi: entro 28 giorni dalla mammografia in almeno il 90% dei casi; colonscopia a meno di 30 giorni dal referto per almeno per la metà dei pazienti; per il collo dell’utero entro 45 giorni dal prelievo per il 90% delle positive che hanno avuto l’approfondimento.

Quanto all’epatite C, il programma prevede di proporre il test a tutti i nati tra il 1969 e il 1989 che vengono ricoverati o si presentano in un punto prelievo; l’obiettivo di Ats o Asst è un’adesione superiore alla metà della media regionale. Inoltre, "dovranno aggiornare le comunicazioni agli utenti per garantire un accesso più facile", ha spiegato Moratti. Il Welfare regionale e l’Agenzia dei controlli monitoreranno i risultati, valutando anche indicatori come la percentuale di telefonate gestite, i tempi di risposta alle mail e di contatto per chi risulta positivo a uno screening. Giulia Bonezzi

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