Milano, 11 gennaio 2025 – Le accuse non cambiano. E il numero di indagati non aumenta. Niente scossoni né accelerazioni, almeno per il momento e fino al termine degli accertamenti tecnici, nell’inchiesta della Procura che sta cercando di far luce sulle fasi finali dell’inseguimento concluso con lo schianto del TMax guidato dal ventiduenne Fares Bouzidi e con la morte del passeggero diciannovenne Ramy Elgaml.
Nei giorni scorsi, anche a seguito della diffusione su tv e siti dei video registrati da una telecamera comunale e dalla dashcam di una gazzella dei carabinieri (messi a disposizione degli inquirenti sin dai giorni immediatamente successivi), era emersa l’ipotesi che i pm stessero valutando la possibile modifica del titolo di reato da omicidio colposo stradale a omicidio volontario con dolo eventuale, come caldeggiato dagli avvocati di Bouzidi. Così non sarà.
Accertamenti sui video
Sul fronte delle indagini, la polizia locale ha cristallizzato la presunta dinamica degli ultimi undici secondi, vivisezionati in quaranta frame e quattordici tavole grafiche che ripercorrono metro per metro le traiettorie dei veicoli.
A differenza del primissimo fonogramma sul sinistro, nel quale si dava conto di un urto tra il TMax e la Giulietta in via Quaranta e del successivo ribaltamento dello scooter sul fianco sinistro, il contenuto del fascicolo di ricostruzione firmato da due agenti scelti e un vice commissario, pubblicato ieri dal Giorno, sembra raccontare tutt’altra storia: i ghisa ipotizzano un lieve contatto prima dell’ultimo incrocio, ma poi collocano i veicoli sempre a distanza (seppur minima) tra loro fino al marciapiedi e all’uscita di strada di moto e macchina.
Le fotografie
Lì è avvenuto un secondo urto? I fotogrammi non lo chiariscono, anche se in quel punto lo scooter era già in fase di “ribaltamento sul fianco sinistro” e Ramy “in fase di caduta al suolo”, mentre la gazzella “sopraggiungeva in frenata”.
Nel dossier, compaiono pure due istantanee del TMax dopo l’incidente: nella prima, che mostra la fiancata destra, si notano alcuni segni sulla staffa della marmitta e vicino alla pedaliera, secondo i vigili riconducibili al possibile impatto lungo via Ripamonti; nella seconda, si vede la parte posteriore, quasi intatta e con la targa regolarmente al suo posto.
Pure questi aspetti saranno vagliati dall’ingegner Domenico Romaniello, nominato dai pm Marco Cirigliano e Giancarla Serafini per stilare una perizia cinematica: il report dovrebbe essere consegnato all’inizio di febbraio.
L’altra questione aperta riguarda il tentativo di recuperare il video girato dal telefono del testimone oculare Omar S.E., che ha messo a verbale di essere stato costretto da due militari (indagati per depistaggio e favoreggiamento) a cancellarlo dalla memoria. Un tentativo difficile. Non così arduo, invece, dovrebbe essere trovare quantomeno traccia di quella eliminazione.