San Carlo e data center dividono la città

Il colosso delle patatine è pronto a sbarcare con stabilimento, magazzino e uffici, ma alcuni residenti fanno ricorso al Tar

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di Alessandra Zanardi

La San Carlo è pronta a sbarcare a Melegnano con uno stabilimento, un magazzino e una zona adibita a uffici. Prosegue l’iter tecnico-amministrativo per l’arrivo del colosso delle patatine nella zona industriale della città, su un’area di 214mila metri quadrati ricompresa tra via Carpiano e l’A1. Dopo la delibera della giunta comunale, che a febbraio ha adottato il piano attuativo, si è chiusa la fase relativa alla presentazione delle osservazioni, alle quali l’ente locale dovrà ora dare riscontro, prima di procedere con l’approvazione definitiva del programma.

Dopo il data center – una maxi struttura per l’archiviazione dei dati dei computer il cui piano attuativo è stato adottato lo scorso ottobre – prende dunque il largo il progetto che prevede la creazione di nuovi insediamenti produttivi e di terziario nella frazione industriale, a Ovest del centro storico. Si tratta di strutture destinate, nel complesso, a portare nelle casse del Comune 10 milioni di euro in oneri di urbanizzazione, "oltre a importanti entrate correnti annuali, che potranno supportare vari ambiti d’intervento, dalla spesa sociale alle manutenzioni. Anche l’indotto sarà significativo – spiega il sindaco Rodolfo Bertoli –. Basata sull’uso delle nuove tecnologie, al primo posto la fibra ottica, l’attività del data center ridurrà al minimo l’impatto sul contesto. Più tradizionale l’attività della San Carlo, che porterà a sua volta vantaggi alla comunità, basti pensare alla cessione del vapore acqueo prodotto durante le lavorazioni, che andrà ad alimentare la rete cittadina del teleriscaldamento". L’arrivo dei nuovi colossi sarà inoltre accompagnato, com’è prassi in questi casi, da opere di mitigazione ambientale e riorganizzazione viabilistica.

Eppure non si placano le sacche di dissenso rispetto a questi progetti. Nelle osservazioni al piano attuativo della San Carlo, l’Osservatorio contro il consumo di suolo, che raggruppa 17 tra comitati e associazioni del Sud-Est Milanese, chiede che la delibera di adozione venga ritirata, in attesa di un’indagine sull’inquinamento acustico nel quartiere industriale. Gli ambientalisti rimarcano inoltre la presenza, sull’area dove sorgerà il colosso degli snack, di alcune zone boschive e parlano di una procedura anti-democratica, contestando il mancato coinvolgimento della popolazione rispetto a un programma urbanistico "che coinvolge il 5% dell’intero territorio comunale".

Non solo. Contro il piano San Carlo è stato avanzato un ricorso al Tar da parte di alcuni residenti dell’area maggiormente vicina ai futuri stabilimenti. Un ricorso analogo era già stato presentato rispetto all’ipotesi del data center. Alla base della mobilitazione c’è il timore che le nuove realtà, e le relative lavorazioni, possano compromettere l’equilibrio ambientale e viabilistico della zona, con ricadute negative sulla qualità di vita. Il Comune, dal canto suo, ribadisce che l’iter procedurale è corretto: "I ricorsi non ci spaventano".

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