MASSIMILIANO MINGOIA
Cronaca

Sala sferza il Pd versione Schlein "Sinistra monca, guardi al centro"

Il sindaco: i dem, fermi al 20%, non devono essere felici per la rottura del Terzo polo, uno spazio da occupare. Casini: Beppe è importante per il centrosinistra. La Russa: ma è più di centrodestra di quanti sembri.

Sala sferza il Pd versione Schlein  "Sinistra monca, guardi al centro"

Sala sferza il Pd versione Schlein "Sinistra monca, guardi al centro"

di Massimiliano Mingoia

Il presidente del Senato Ignazio La Russa lo punzecchia dal palco del Teatro Parenti durante l’affollata presentazione del libro dell’ex presidente della Camera e senatore del centrosinistra Pier Ferdinando Casini “C’era una volta la politica’’: "Sala è un uomo più di centrodestra di quanto voglia sembrare". Il sindaco di Milano scuote la testa, sorride e fa "no" con il dito, ma concentra il suo intervento su una stoccata al Pd e al centrosinistra: "La mia parte politica è monca e deve trovare in fretta una via". Il primo cittadino spiega meglio il concetto poco dopo: "Il Pd si attesta sul 20%, forse un paio di punti in più. Qualcosa manca. Il Pd deve agire. Magari non pensando al suo elettorato classico".

Sala guarda al centro dello schieramento politico, anche se precisa che lui è per il bipolarismo ("sì a un centrosinistra e a un centrodestra"). Sembra non convincerlo fino in fondo il Pd versione Elly Schlein troppo spostato a sinistra e senza nessuna alleanza con l’ala più moderata del progressismo. Ogni riferimento alla rottura del Terzo Polo, con Azione di Carlo Calenda e Italia Viva di Matteo Renzi ormai distinti e distanti, è puramente voluto. "Il Pd non fa per niente bene a essere felice (della rottura del Terzo Polo, ndr) – osserva Sala –. Non dobbiamo essere felici perché il quadro a sinistra è incompleto, prima o poi qualcuno lo spazio lo occupa".

Il timore sottinteso del numero uno di Palazzo Marino è che lo spazio al centro possa essere occupato dal centrodestra a trazione Fratelli d’Italia. Il ministro meloniano Guido Crosetto, pochi giorni fa, non ha nascosto che l’obiettivo della premier e del suo partito è proprio quello: allargare il proprio consenso nell’elettorato moderato, finora rappresentato, almeno in parte, da Calenda e Renzi.

Casini, intanto, rilancia l’appello a Sala, già illustrato sul “Giorno’’ di sabato alla vigilia della presentazione del libro: "Al sindaco di Milano voglio dire una cosa: il suo profilo è molto importante per chi ritiene che il centrosinistra debba stare nella piazza ma anche misurarsi con i problemi veri del governo e sporcarsi le mani con scelte impopolari". L’ex presidente della Camera, al “Giorno’’, aveva detto che "Sala ha il quid" e che "il centrosinistra ha una drammatica esigenza di avere personalità che interloquiscano con il mondo produttivo del Nord".

Il sindaco, però, non si sbilancia su un futuro ruolo nazionale, mentre La Russa tornare a parlare dei rapporti della destra con l’antifascismo, in vista del 25 Aprile: "A chi dice che la destra deve fare ancora i conti del passato, dico di leggere il libro di Pier Ferdinando Casini, che riprende alcune delle tesi di Fiuggi, quando con Pinuccio Tatarella riconoscemmo chiaramente il valore assoluto della Resistenza nel ridare all’Italia libertà e democrazia". Certo, il presidente del Senato, uomo di destra “senza se e senza’’ ma con un passato nel Msi, distingue la Resistenza che voleva il ritorno alla democrazia "dalla parte della Resistenza che voleva un governo più simile a quello dell’Unione Sovietica". Insomma, sì alla Resistenza, ma non a quella comunista. Un distinguo che di certo non piacerà al Pd e ai partiti alla sinistra dei dem.

La Russa, infine, sorprende tutti con questo invito: "Casini finisce il suo libro dicendo “i presidenti di Camera e Senato provino a riportare un Papa in Parlamento’’. A me questa idea piace molto. Credo che con l’aiuto anche di Casini, che è stato il presidente della Camera che ha dato

la parola a Papa Giovanni Paolo II, una possibilità del genere vada ripercorsa".