Sala attende al varco il Governo. Conti in bilico, pressing su Roma

Il sindaco: dialogo con il nuovo esecutivo, ma deve essere all’altezza. Conte: aspettiamo fondi per il bilancio

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di Massimiliano Mingoia

“Milano cresce, Milano aiuta’’. Gli Stati generali del Comune che si sono svolti ieri pomeriggio al Teatro Lirico sono stati una sorta di riassunto delle puntate precedenti – i progetti annunciati o già in corso di realizzazione per Milano da qui ai prossimi anni – a un anno dalla rielezione del sindaco Giuseppe Sala a Palazzo Marino. L’appuntamento, in ogni caso, ha fornito anche un paio di spunti sui rapporti che il Comune intende tenere con il nascente Governo Meloni e sull’apertura della prima tratta della M4 slittata di qualche settimana e che dunque avverrà a novembre.

Il primo cittadino ha introdotto e concluso l’appuntamento durato circa due ore in un Lirico che per la verità non era pieno in ogni ordine di posti, parecchie poltroncine della platea erano vuote. Sul palco, invece, sono rimasti dall’inizio alla fine i 12 assessori della Giunta comunale, che hanno illustrato il loro piano per la città. La sintesi finale, a margine dell’evento, tocca a Sala: "Lo sviluppo di Milano sarà trainato dai progetti urbanistici programmati. Ma non sarebbero sufficienti se a loro volta non trainassero un cambiamento della città, un aiuto a chi sta indietro, un lavoro sulla scuola e sull’edilizia. Abbiamo dato una rappresentazione completa su ciò su cui si vuole agire. Mi piacerebbe che il nuovo Governo riuscisse a fare altrettanto".

Ecco, il nuovo esecutivo nascente. L’attenzione del sindaco è focalizzata sui rapporti con il Governo Meloni e sui nomi dei prossimi ministri: "Il sindaco di Milano non può né permettersi né immaginare di mettersi in una posizione critica e di ostacolo nei confronti di un nuovo Governo. Milano deve andare bene per il bene del Paese. Ovviamente noi vogliano la Milano presentata oggi (ieri, ndr), una città dei diritti e con un certo tipo di apertura. Certo, ci sono ministeri che per noi sono molto delicati, io guarderò con grande attenzione a chi sarà il successore di Giovannini al ministero delle Infrastrutture, che per i nostri progetti legati ai fondi del Pnrr è assolutamente importante. Vediamo se la Meloni riuscirà a mantenere la promessa di comporre un Governo di alto livello. Matteo Salvini ministro delle Infrastrutture? Non credo che possa o voglia svolgere un lavoro così tecnico. Giancarlo Giorgetti all’Economia? Persona esperta".

Il numero uno di Palazzo Marino, poi, fa un bilancio sui fondi del Pnrr ottenuti da Milano: 900 milioni di euro per 23 progetti rispetto ai tre miliardi di euro inizialmente stimati. "È vero – spiega Sala –, noi abbiamo detto che Milano avrebbe potuto avere fondi per i progetti fino a tre miliardi di euro. Ma ci sono i bandi e non è detto che quei soldi siano sempre assegnati a Milano. Non solo. I soldi che prendiamo siamo sicuri di riuscire a investirli. Non è corretto chiedere fondi quando non si è sicuri di poterli spendere nei tempi previsti dal Pnrr".

Durante gli Stati generali, intanto, l’assessore al Bilancio Emmanuel Conte lancia l’allarme sui conti meneghini e preannuncia un pressing sul Governo Meloni: "Oggi la situazione congiunturale dal punto di vista economico, l’inflazione, i tassi di interesse, la situazione geopolitica, il caro energia, insieme ai vincoli contabili, sta mettendo alle strette i bilanci della città di Milano, così come di tutti i Comuni d’Italia e nello specifico delle grandi città. È un tema, dovrà essere affrontato, e sarà il primo tema che porteremo all’attenzione del prossimo Governo, con una dialettica che sarà di forte richiesta affinché il bilancio nazionale corrisponda ai bilanci comunali, e che sia leale nello spiegare quelle che sono le motivazioni, perché deve essere garantita la possibilità alla città di continuare a fornire la quantità e la qualità dei servizi che meritano i milanesi".

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