ANNAMARIA LAZZARI
Cronaca

Ezio Rendina, l’ingegnere che misura il rumore di Milano. Traffico, cantieri e tram: mappa della città spacca timpani

Le rilevazioni in presa diretta del tecnico esperto di acustica: "Consigliai a Palazzo Marino barriere fonoassorbenti in Monte Ceneri. Preferirono chiuderlo di notte..."

Ezio Rendina

Milano – È un problema di tutte le metropoli, non solo di Milano: il rumore di fondo lungo strade e marciapiedi. Il traffico impazzito, lo strombazzare dei clacson, lo sferragliare dei tram, il trambusto dei cantieri stradali, la musica "utz, utz" da alcuni negozi o le telefonate ad alta voce degli incivili producono un caos sonoro fastidioso. Certe zone sono messe peggio di altre, con un frastuono che può impedire l’ascolto di un interlocutore che si trova a meno di un metro di distanza. Succede ad esempio sul marciapiede in piazza Cordusio dove il fonometro segnala un picco di 87 decibel al passaggio dello storico tram “1928“.

"Il problema principale dei tram è che non hanno il differenziale in curva. Se parliamo delle vetture a carrelli a generare il rumore sono anche le sospensioni a molla. Un altro fattore dirimente è il cedimento elastico della rotaia al passaggio del mezzo. Una situazione a cui si potrebbe ovviare con un piano di regolamento sottostante costituito da una colata di cemento: in tal caso la rotaia non cederebbe. È quanto hanno dovuto fare in corso di Porta Vittoria dopo una causa legale. Capisco però che la soluzione per il Comune sarebbe onerosa", precisa l’ingegnere Ezio Rendina, ceo di Viva Consulting che da oltre 30 anni si occupa di ingegneria acustica e ieri per Il Giorno ha condotto le misurazioni con la sua strumentazione professionale.

Ad assediare la metropoli di decibel contribuiscono anche i lavori stradali, come il cantiere all’inizio di via Torino. La misurazione si attesta a 86 decibel in corrispondenza dell’azione di un martello pneumatico. Un decibel in meno del vecchio tram, possibile? "Sì, perché esistono sul mercato martelli dotati di silenziatore", risponde all’obiezione l’ingegnere Rendina.

In entrambi i casi siamo comunque ben oltre la soglia di guardia di esposizione ai decibel, fissata a 65 durante il giorno (e a 55 per la notte) dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. L’inquinamento di tipo acustico può fare male alla salute. Sono sempre più numerose le ricerche che indicano come l’esposizione continua al rumore provochi stress e patologie a esso correlate (come le malattie cardiovascolari, i disturbi del sonno e cognitivi, ansia). "La situazione però sui marciapiedi non è fuorilegge perché i valori limite di emissione qui non si applicano, non essendoci uno stazionamento permanente delle persone", precisa l’esperto.

Un altro punto della geografia metropolitana “spacca-timpani“ si trova sotto il cavalcavia Monte Ceneri-Serra. All’intersezione fra viale Certosa e Monte Ceneri, dove sono presenti dieci corsie solo considerando quelle per auto e camion, il traffico è una costante anche a luglio, nonostante l’alternativa della sopraelevata. "Tra la fine degli anni Novanta e i primi anni Duemila realizzammo un progetto acustico per Metropolitana Milanese e Comune di Milano – sentenzia l’ingegnere Rendina –: suggerimmo di inserire delle barriere anti-rumore sopra il cavalcavia. L’amministrazione di allora però preferì optare per dei limiti di velocità a settanta chilometri all’ora e il divieto di transito dalle 22 alle 6. Il risultato è che quest’area è una delle meno vivibili della città".

La media dopo dieci minuti di registrazione è di 85 decibel. Il picco massimo però si tocca al passaggio di un’autoambulanza a sirene spiegate che fa schizzare a 105 i decibel. "Un livello pericoloso per l’udito" rimarca l’ingegnere. Nel frattempo il Comune di Milano sta aggiornando la sua classificazione acustica, lo strumento per la tutela dell’ambiente esterno e abitativo dall’inquinamento acustico.

Al momento “l’istruttoria tecnica delle osservazioni è stata ultimata e sono state apportate alcune modifiche alla classificazione adottata" fa sapere il Comune. L’iter però prevede altri passaggi prima dell’approvazione. Il piano vigente risale al 2013.