
Una sentenza di condanna che, a vario titolo, arriva fino a 3 anni e 4 mesi per nove persone e stronca sul nascere il tentativo di ricostituire una costola dei Latin King (frazione Chicago), una delle pandillas latinoamericane note per violenza e rappresaglie contro le bande rivali. Il 35enne Kleber Miguel Cortez Cortez, conosciuto come “Inca supremo“ è stato condannato a due anni con il rito abbreviato dal gup Sofia Fioretta, mentre il 27enne peruviano Jhonny Farfan Chavez, identificato come capo del "Capitolo di Cologno Monzese", ha patteggiato a 3 anni. L’inchiesta coordinata dal pm Francesca Crupi aveva portato lo scorso aprile all’arresto, da parte della Squadra Mobile di 9 membri della pandilla di un’età compresa tra i 36 e i 20 anni, con le accuse, a vario titolo, di associazione per delinquere, tentato omicidio, lesioni personali gravi e aggravate, danneggiamento, furto aggravato e getto pericoloso di cose. Un decimo componente del gruppo, un personaggio di secondo piano, mai sottoposto a misure cautelari, invece è stato assolto. Dalle intercettazioni agli atti dell’indagine emerge uno spaccato di violenza: "Ascolta... se devi attaccare attacca - diceva “l’Inca supremo della tribù“ intercettato mentre parlava con un esponente della banda rivale -, però parla chiaro, perché questa cosa finisce male e faremo una marea di funerali". In un’altra telefonata, poi, esprimeva la necessità di "fare pulizia" perché i nemici sbracano "passeggiando" nelle loro "zone". È in questo contesto che gli inquirenti e gli investigatori hanno collocato le feroci risse nel 2022 in un parco giochi, un’altra a un festival di musica latino americana ad Assago, sempre nel Milanese, e un agguato in discoteca: volarono pugni, calci e bottigliate.
Anna Giorgi
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