Referendum autonomia, fedele a Pisapia: si rifiuta di fare il presidente di seggio

Stefano Bazzini scrive alla Corte d'Appello. Berlusconi in campo per il "Si"

Alleati Roberto Maroni e Silvio Berlusconi (NewPress)

Alleati Roberto Maroni e Silvio Berlusconi (NewPress)

Milano 14 ottobre 2017 - C'é chi  è sceso ufficialmente in campo a sostenerlo e chi rifiuta di fare il presidente del seggio. Il referendum per l’autonomia del 22 ottobre continua a dividere e a far parlare. Ieri Stefano Bazzini, esponente di Campo Progressista (movimento di Giuliano Pisapia) che avrebbe dovuto fare il presidente di seggio, ha preso posizione chiara: «Sarebbe come essere obbligato a volantinare a scopo elettorale per un partito politico». In una lettera inviata alla Corte d’Appello, Bazzini ha spiegato i motivi della sua rinuncia. Questo referendum, ha detto, «non ha nemmeno la possibilità di sortire effetti concreti, è una mera operazione politica a fini elettorali. È invece costituzionalmente garantito il mio diritto a non essere obbligato a svolgere, di fatto, propaganda politica per due partiti che usano risorse e personale pubblico per un’attività inutile». Per questo «rifiuto l’incarico e mi auguro che il maggior numero di cittadini faccia altrettanto».

Intanto il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi è in campo per i referendum: «Voteremo Sì con gran convinzione al referendum, concreta possibilità di far sentire la voce del popolo». L’ex premier sottolinea che «non è un referendum contro l’unità nazionale, non ha nulla in comune con le drammatiche notizie dalla Catalogna». Mentre Maroni rilancia: «Se io come Regione otterrò più competenze in materia di istruzione, lavoro, ecc., e più risorse, potrò anche aiutare direttamente le Regioni del Sud». Lo schema «è quello dei fondi europei: ti do le risorse, controllo come le spendi e sei obbligato a fare investimenti». Poi Maroni si è detto sicuro che «l’anno prossimo alle regionali il centrodestra vincerà con più del 50% dei consensi». Perché? «Nel 2013 ho preso il 42% pur avendo una parte del centrodestra che sosteneva un altro candidato, Gabriele Albertini». 

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