Rapina alla Bpm di Cassina de’ Pecchi: la banda è entrata da un edificio abbandonato

Nuovi particolari sulla dinamica dell’assalto emergono dalle indagini dei carabinieri

I carabinieri in azione

I carabinieri in azione

Cassina de' Pecchi (Milano) - Uno stabile disabitato accanto alla banca, due scantinati adiacenti. Il luogo perfetto per "lavorare" in tutta tranquillità senza destare sospetti e bucare il muro e le difese della filiale, alleggerita in pieno giorno di 70mila euro in contanti. I banditi-talpa che hanno colpito la Bpm di via Roma a Cassina de’ Pecchi durante la pausa pranzo di lunedì, prendendo in ostaggio due impiegate di 56 e 62 anni, non si sono serviti delle fogne, come i "colleghi" che avevano agito alla Crédit Agricole di piazza Ascoli a Milano, ma hanno approfittato della casa vuota sul retro della corte che ospita lo sportello affacciato sulla Statale. I carabinieri di Pioltello, che indagano fra i protagonisti di altri colpi avvenuti nel Milanese per trovare tracce utili, sanno però che qui non era mai accaduto nulla di simile. Improbabile anche che ci sia un covo in zona, dove possa essere stato preparato il colpo.

«Evidentemente hanno approfittato di un luogo non presidiato - afferma Andrea Maggio, capogruppo di Uniti per Cassina, all’opposizione -, sarebbe necessario che l’Amministrazione mettesse in campo un monitoraggio dei luoghi abbandonati, coinvolgendo i privati. Di certo - prosegue - il sistema di videosorveglianza comunale è utile, ma va potenziato anche grazie ai fondi regionali che ogni anno vengono messi a disposizione". Respinge invece l’idea di un’emergenza sicurezza in città il sindaco Elisa Balconi. "Cassina non è il Bronx - chiarisce perentoria la prima cittadina - e il sistema di telecamere è efficiente, anche grazie ai 35mila euro appena garantiti dal Pirellone, e speriamo possa essere utile alle indagini".

Le verifiche dei carabinieri, infatti, proseguono anche attraverso l’esame delle immagini. La banca, intanto, ieri era chiusa perché, dopo i rilievi del reparto investigazioni scientifiche dell’Arma che sono durati tutto il pomeriggio di lunedì, gli operai incaricati dalla Bpm stavano riparando i danni ai muri provocati dalla banda del buco. Le due impiegate, ancora sotto choc dopo essere state sequestrate e legate, anche se il commando di tre italiani protagonista della rapina non ha esibito armi, sono state ascoltate dagli inquirenti, ma non hanno potuto fornire elementi decisivi per riconoscere i malviventi che hanno agito a volto coperto.

Il blitz, andato in scena alle 13.30, ha colto di sorpresa la cittadina alle porte di Milano. Luca Cafasso, proprietario del bar tabacchi della vicina via Matteotti, non parla di "un caso sicurezza, anche se questa stagione, con le strade che si svuotano per le vacanze, la situazione è sempre più critica per chi sta dietro un bancone - spiega -. Le forze dell’ordine passano spesso, sono attente, ma certamente non possono fare miracoli. Eppure il controllo del territorio resta lo strumento essenziale".

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