Rai, fuga da Milano: verso lo sciopero

Protesta contro i tagli. Trasferimento al Portello in bilico

Rai verso lo sciopero

Rai verso lo sciopero

Milano, 10 ottobre 2018 - Lavoratori Rai di Milano verso lo sciopero, contro un taglio di organico e scenari futuri che, secondo i sindacati, potrebbero mettere la parola fine all’ipotesi del trasferimento al Portello del Centro produzione di via Mecenate (a dicembre scadrà il contratto d’affitto, che potrebbe essere prorogato).

Oggi è in programma il secondo incontro fra i rappresentanti dei lavoratori e l’azienda. Al termine, se non spunterà un accordo in extremis, verrà proclamato uno sciopero di tecnici e operatori al quale potrebbero associarsi anche i giornalisti. Al centro delle proteste le mancate assunzioni di fronte all’uscita entro la fine dell’anno di 86 lavoratori che andranno in pensione, di cui quattro quinti nel settore della produzione, pari a più del 10% dell’organico. L’azienda, infatti, avrebbe proposto l’ingresso di soli sei lavoratori con contratto di formazione. «Si tratta di un depauperamento del Centro di produzione di Milano - spiega Francesco Aufieri, segretario generale Slc-Cgil Milano - abbandonando una città cruciale per l’economia italiana e puntando tutto su Roma. Ci rivolgiamo anche al sindaco Giuseppe Sala, che in passato si è sempre speso per lo sviluppo della presenza Rai a Milano e per gli operatori che lavorano dietro le quinte della televisione». Una strada che, a partire dagli anni Novanta, ha portato al dimezzamento del personale a Milano: da 1.500 a 800 dipendenti.

Nel quadro si inserisce anche la questione della sede, con il progetto del trasferimento al Portello rimasto solo «a livello di vaghe intenzioni». I lavoratori chiedono il pieno reintegro dell’organico, lo stop all’esternalizzazione del lavoro e il rilancio del Centro di produzione di Milano tramite investimenti tecnologici, oltre alla nomina di un direttore del Centro. «Milano è la città giusta per ospitare il nuovo canale internazionale della Rai - spiega Aufieri, che segue la partita assieme ai colleghi di Cisl e Uil - ma l’azienda sta andando nella direzione opposta». 

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