Milano, lividi in faccia e ferite: così la 16enne è stata salvata dalla furia dei genitori

Le violenze di madre, padre e fratello per impedire alla ragazzina di frequentare un coetaneo non si sono interrotte neanche dopo la prima segnalazione

La 16enne è ora ospite di una comunità protetta (Archivio)

La 16enne è ora ospite di una comunità protetta (Archivio)

Milano - La relazione da interrompere immediatamente: "Non devi più vedere quel ragazzo". Le regole ferree da seguire. Senza discutere. Le botte a ogni minimo tentativo di ribellione. Una vita di fatto programmata dai genitori, con la madre più che il padre a cercare con veemenza di azzerare i rapporti della figlia con i suoi coetanei. Un incubo da cui una 16enne egiziana è riuscita a liberarsi grazie al provvidenziale intervento della scuola che frequenta, che ha generato un’indagine della Procura sui possibili maltrattamenti in famiglia.

Un’indagine che si è chiusa sabato mattina con l’esecuzione di tre misure cautelari: il fratello della minorenne è stato messo ai domiciliari, mentre ai genitori è stato notificato il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla figlia, nel frattempo trasferita in una comunità protetta.

Tutto parte nel settembre dell’anno scorso, quando in Procura arriva la segnalazione del preside di un istituto superiore milanese. Il dirigente riporta agli inquirenti le confidenze della 16enne, che ha riferito di essere stata aggredita più volte, "sia verbalmente che fisicamente", dai familiari "dopo che questi erano venuti a conoscenza della sua relazione sentimentale" con un giovane connazionale.

Di più: il preside spiega pure che la minorenne si presentava in classe sempre più stanca e provata e che più volte le docenti avevano notato i lividi sul volto e le escoriazioni sulle braccia. A quel punto, scattano gli accertamenti investigativi, affidati dall’aggiunto Maria Letizia Mannella e dal pm Alessia Menegazzo all’aliquota di pg della polizia in Procura coordinata dal dirigente Giorgio Bertoli, che riusciranno a fermare un’escalation che in altri casi recenti ha portato a conseguenze senza ritorno per ragazze in ostaggio di genitori "padroni".

In audizione protetta, la vittima conferma tutto; e i successivi approfondimenti, che certificano la sua versione, portano alla decisione di collocarla in una comunità protetta. Finita? No, perché quella prima svolta non interrompe "gli episodi di maltrattamento". Anzi. Il ragazzo che frequentava subisce una violenta aggressione da parte "di alcuni familiari" della sedicenne, che lo colpiscono al volto con calci e pugni.

Qualche giorno dopo, il padre riesce a far arrivare alla figlia "minacce dal contenuto fortemente intimidatorio". Un quadro complessivo talmente allarmante da spingere il gip a emettere l’ordinanza che ha portato all’arresto del fratello della minorenne, che, stando a quanto ricostruito, aveva fatto propria la mentalità prevaricante di padre e madre, condizionato pure da un contesto difficile e dall’influenza negativa di modelli già finiti al centro di recenti inchieste su delinquenza giovanile e galassia trap nelle periferie.

"Va evidenziato – si legge in una nota della Questura – come l’interazione con le istituzioni, quelle scolastiche in particolare, e la vigilanza della stessa collettività, rappresentata in questo caso dalla pronta segnalazione della situazione di grave disagio, ha consentito un intervento immediato e una tutela efficace idonea a prevenire possibili conseguenze drammatiche".

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