FRANCESCA GRILLO
Cronaca

"Quel giorno la nostra vita cambiò"

Lorenzo Sanua ricorda il padre Pietro ucciso davanti a lui dalla mafia nel ’95. Dedicata l’aula consiliare

di Francesca Grillo

L’emozione è esplosa quando la targa è stata scoperta. Tutta negli occhi di Francesca Farano, moglie di Pietro Sanua, ucciso a Corsico perché lottava contro la mafia. Lacrime che non ha trattenuto, nascondendo gli occhi dietro le mani. Di fianco a lei, il figlio Lorenzo, che quel maledetto 4 febbraio del 1995 era seduto accanto a papà Pierino, pronti per allestire la bancarella di frutta e verdura al mercato di via Di Vittorio a Corsico.

Ucciso lì, in mezzo alla strada, da un colpo di fucile sparato da nessuno. Perché ancora nessuno è il colpevole di un omicidio di ‘ndrangheta. Il Comune di Corsico, che ogni anno ricorda con una fiaccolata la vittima innocente, ha voluto fare "la propria parte – ha sottolineato il sindaco Stefano Martino Ventura –, intitolando la sala consiliare a Pietro Sanua, per il suo impegno nella tutela dei diritti e nella ricerca di equità e giustizia. Un simbolo, testimonianza. Sanua era un uomo di Stato e ci ha insegnato che tutti noi, ognuno nel proprio piccolo, può essere uomo di Stato".

Il pensiero è condiviso da tutti i presenti alla cerimonia di inaugurazione, arrivata dopo le polemiche in Consiglio, quando l’opposizione si era dimostrata contraria, chiedendo un referendum popolare sulla scelta del nome. Sempre favorevole è stato invece Gianluca Vitali, presidente della Commissione comunale antimafia: "Un simbolo di lotta e impegno nella casa della democrazia cittadina", ha sottolineato. L’assessore Stefano Salcuni ha espresso, a nome di tutta la giunta, "profondo orgoglio". Emozione anche per Fabio Bottero, sindaco di Trezzano e coordinatore regionale di Avviso pubblico, e per Lorenzo Frigerio, coordinatore di Libera informazione: "Il dolore privato di questa famiglia è diventato dolore di una comunità in cerca di verità". Commuove anche il professore Nando Dalla Chiesa: "Al tempo dell’omicidio si era capito subito che si trattava di un delitto mafioso: Sanua è stato ucciso per il suo impegno di sindacalista contro il racket nei mercati. La sua è una storia lenta e ancora inconclusa. Ma ora, almeno in parte, è stata resa giustizia".

Lorenzo Sanua trattiene a fatica le lacrime, poi due parole che lasciano il segno: "Questa targa deve essere un simbolo di memoria. Le decisioni prese in questo luogo devono essere giuste, come giusto era mio padre. Non era un eroe, ma un uomo semplice che lottava per la gente comune. Quando perdi qualcuno la tua vita cambia per sempre nel lutto. Poi ci sono dei regali che la vita ti fa. E questo è un grande dono".