Scala, protesta davanti al Comune: "Milano non riparte senza spettacolo dal vivo"

Sit-in organizzato da Cub Info e spettacolo per chiedere più tutele per i lavoratori e un piano per la ripartenza

Protesta dei lavoratori della Scala

Protesta dei lavoratori della Scala

Milano, 8 giugno 2020 - "Un piano serio" per la ripartenza  in sicurezza del Piermarini e "garanzie per tutti i lavoratori del teatro". Sono gli obiettivi del presidio di una sessantina di lavoratori del Teatro alla Scala che si è tenuto questa mattina davanti al Comune di Milano e che è stato organizzato dal Cub Info e spettacolo. "Milano non riparte se non riparte lo spettacolo dal vivo", sono le parole degli organizzatori che hanno esposto cartelli con scritto 'Nessuno deve restare indietro', 'La Scala è un bene pubblico, e il cuore di Milano. Nessun dorma!', 'Quale stagione se possono entrare solo 200 persone in teatro'.

"Al momento non c'è un piano concreto per la ripartenza, è una assurdità il limite posto dal governo delle 200 persone per gli spettacoli al chiuso, perché non tiene conto delle dimensioni della sala", sono le parole di Roberto D'Ambrosio, uno degli organizzatori del presidio. "Per il 15 giugno - ha continuato - è previsto un programma di eventi al Castello Sforzesco alla presenza del ministro per i Beni culturali Dario Franceschini, ma La Scala non c'è, non faremo neanche un concertino".

Gli organizzatori del sit-in chiedono inoltre al sindaco di Milano Giuseppe Sala, che è anche presidente del Teatro, "tutele per tutti i lavoratori, non solo i dipendenti ma anche quelli delle ditte esterne, come gli impiegati dalle pulizie, della ristorazione, del facchinaggio, ma anche le partite iva come per esempio i ballerini". Un altro lavoratore, Nicolas Braile, ha posto l'accento  soprattutto sulla richiesta di maggior tutele per prevenire il  contagio da Coronavirus. "Nel mese di maggio - ha detto - avevamo chiesto di fare i test sierologici al sindaco Sala. Apprezziamo il riscontro positivo, visto che hanno dichiarato che li faranno, ma la loro intenzione è di fare i test ai tecnici della manutenzione solo una volta rientrati e non prima. Questo non va bene: o si fanno prima i test sierologici o  non rientreremo".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro