"Primogenita: dottoressa per scelta e per dovere"

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"Sin da bambina mi chiamavano la dottoressa. Sono araba e sono la primogenita della mia famiglia. Da noi si dice sempre che il primo figlio deve avere un titolo, che sia ingegnere, medico. Così sono cresciuta con la voglia di diventare dottoressa e di aiutare il prossimo". Sara Ibrahim ha 19 anni, è nata in Italia da genitori egiziani e non ha dubbi: ha tentato il test ieri all’università di Bicocca, ha messo tra le preferenze le due milanesi ma anche tutte le università di Medicina d’Italia. "Sono pronta a studiare anche lontano da casa, in Sardegna, ovunque: basta riuscire a coronare il mio sogno, fatemi studiare Medicina", racconta appena uscita dal test. "Era difficile, ma speriamo bene", confida.

A giugno si è diplomata al liceo scientifico Cremona. E mentre attende con ansia di conoscere il punteggio, per sicurezza si è portata avanti con il piano “B“: si è già immatricolata in un’altra facoltà, Farmacia. "Sarò comunque dottoressa – sorride Sara –, ma Medicina mi piace di più, se riuscissi poi a entrare in Odontoiatria sarebbe il massimo, anche se i posti sono ancora di meno. Tra le specialità mi piacerebbe anche Ginecologia, per aiutare altre donne, e non mi spiacerebbe diventare anche medico di base, so che mancano. Sono sempre stata una persona molto empatica e che vuole sentirsi utile. Durante la pandemia non ho cambiato idea, anzi, ho consolidato quella decisione e capito ancora di più il ruolo importantissimo che i medici hanno".

È della sua stessa idea Mirko Paloni, 19enne di Bergamo, che ha tentato il test in Bicocca: "Tanti ragazzi che conosco durante la pandemia hanno rivisto i loro piani, si sono resi conto del duro lavoro che viene richiesto ai medici e si sono spaventati, facendo marcia indietro – racconta –. Non io. È il mio sogno da quando ero bambino". Ha un piano B: Scienze biologiche. "Ma per riprovare a entrare a Medicina il prossimo anno se non dovessi farcela ora. Mi piacerebbe poi specializzarmi nella neurochirurgia"

Si.Ba

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