
Mucche in una stalla (archivio)
Milano, 13 agosto 2015 - La guerra tra industriali e allevatori sul prezzo del latte rischia di finire in tribunale. Coldiretti è pronta a fare un’azione legale contro quelle aziende casearie che, nei giorni scorsi, hanno deciso di tagliare i compensi per le forniture, abbassandoli a una media di 34,5 centesimi al litro, e minacciando «di interrompere il ritiro del latte – precisa il sindacato – in caso di mancata accettazione». «La legge ci consente di rivolgerci a un tribunale di fronte a una situazione di predominanza – attacca Ettore Prandini, presidente di Coldiretti Lombardia e numero due nazionale –. Se questa viene esercitata in una filiera di prodotto, è sanzionabile per legge». L’esposto sarebbe questione di ore, sulla scia di azioni legali già intraprese in altri Paesi europei. «La Coldiretti intende attivare le opportune azioni legali a tutela degli interessi degli allevatori per assicurare l’attuazione della legge 91 del luglio 2015 – scrive l’associazione in una nota ufficiale –. Tale legge in esecuzione dei principi comunitari, impone che il prezzo del latte da riconoscere agli allevatori debba commisurarsi ai costi medi di produzione».
Da più di un anno gli allevatori non riescono a fissare un prezzo alla stalla con gli industriali e si naviga a vista. A fine luglio in Lombardia Coldiretti, Cia e Confagricoltura hanno messo nero su bianco un indice del costo dell’oro bianco alla stalla con Confcooperative, ma senza l’adesione delle industrie riunite in Assolatte. Una settimana dopo il ministero dell’Agricoltura ha convocato i rappresentanti del settore caseario a Roma per un tavolo latte, ma senza trovare sponda negli industriali. Nel frattempo, agli allevatori sono arrivate le fatture di luglio con il taglio dei compensi. «Pensare che solo a giugno del 2014 il prezzo era a 44,5 centesimi al litro», ricorda Prandini. Un crollo di quasi 10 centesimi in un anno e senza che, in parallelo, siano calati i prezzi dei prodotti finiti al supermercato. «Gli industriali vogliono omologarci agli altri Paesi europei – scandisce Prandini –. In Germania però un chilo di mozzarella costa 4 euro, da noi 10 euro. Se vogliono in Italia un prezzo alla stalla indicizzato come in Europa, allora adeguino anche il prezzo al consumo». L’obiettivo degli allevatori è arrivare a un prezzo che compensi i costi di produzione, almeno 38 centesimi al litro come qualche anno fa. La partita, ora, potrebbe proseguire davanti a un giudice.
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