REDAZIONE MILANO

Presidio contro la ditta, licenziato "È venuto meno il rapporto di fiducia"

"La gravità delle violazioni commesse costituiscono fatti intrinsecamente suscettibili di recidere in maniera irreparabile il vincolo fiduciario che la lega alla nostra società". Motivazioni messe nero su bianco nella lettera di "licenziamento per giusta causa" consegnata a Paolo Galante, 27enne ormai ex dipendente dell’impresa TeamWare con sede in via Pindaro. Galante aveva denunciato di essere stato preso di mira dalla società dopo aver chiesto chiarimenti sui protocolli di sicurezza anti-Covid e per questo lo scorso 12 marzo il sindacato di base Cub e movimenti milanesi avevano organizzato un presidio davanti alla sede. Il giorno successivo i colleghi, con una lettera firmata da 24 lavoratori su 28, avevano preso le distanze dalla protesta sostenendo che l’azienda ha sempre adottato "tutte le misure necessarie". Anche il presidente della Teamware, Andrea Giardini, contattato dal Giorno ha ribadito di aver sempre rispettato le misure anti-Covid. "Il licenziamento è stato inevitabile – spiega – di fronte a episodi che hanno danneggiato l’immagine della nostra azienda". Galante presenterà un ricorso al Tribunale del Lavoro, chiedendo di essere reintegrato.

Intanto per domani è stato fissato un nuovo presidio davanti all’azienda "in difesa del posto di lavoro di Paolo". "Nell’ultimo anno i licenziamenti disciplinari sono aumentati del 22% e in molti casi sono stati colpiti lavoratori che avevano denunciato il mancato rispetto dei protocolli – spiega il movimento Brigata operaia - accusati anche loro di non aver adempiuto agli obblighi di fedeltà aziendale; paradossalmente questo strumento è stato usato soprattutto nel settore sanitario contro medici e infermieri". Dopo il presidio del 12 marzo, Galante aveva ricevuto una nuova contestazione disciplinare. Convocato dall’azienda per il 23 marzo, il 27enne non ha fatto marcia indietro. "Lei si è limitato a declamare l’esistenza di un presunto intento ritorsivo e discriminatorio nei suoi confronti e della sua attività sindacale – si legge nella lettera di licenziamento – affermando nuovamente che la società non avrebbe adottato i protocolli".

Andrea Gianni