REDAZIONE MILANO

Poveri con il lavoro, in fila alla mensa dei frati per mangiare

Dalle addette alle pulizie agli operai a chiamata, fino al precariato digitale: viaggio nella Milano delle disuguaglianze

Rider e addetti alle sanificazioni part time, a 500 euro al mese. Donne con figli da mantenere che si guadagnano da vivere facendo le pulizie a ore nelle case, milanesi che sono rimasti senza un tetto in seguito a rovinose separazioni. La Uil Milano e Lombardia è andata nelle mense dei poveri della città, per una inchiesta video (pubblicata su Sindacato.tv) fra persone che pur avendo un lavoro non riescono a guadagnare abbastanza per comprare tutti i giorni da mangiare. Sono "poveri con il lavoro", italiani e stranieri, in costante aumento in una Milano capitale delle disuguaglianze. "La richiesta di lavoro è altissima – spiega Fra Andrea Poerio, responsabile della mensa dell’Opera San Francesco – ma noi non offriamo lavoro, offriamo da mangiare e un po’ di umanità. Ci sono pensionati che non arrivano alla fine del mese e gente che lavora con contratti a chiamata e quando è ferma viene qui per risparmiare". Ci sono "rapporti di lavoro che non consentono di vivere dignitosamente", denuncia Michele Tamburrelli, segretario generale della Uiltucs Lombardia.

"Nel sistema degli appalti al massimo ribasso quando si compete sul prezzo la prima cosa che tentano di fare i datori di lavoro è tagliare le ore e quindi i redditi dei lavoratori", prosegue. "Per lavorare serve una casa – spiega un milanese ospite della mensa dei poveri – e io purtroppo una casa non ce l’ho più". Emanuele, 50 anni, vive anche grazie al reddito di cittadinanza, per lui "una boccata d’ossigeno". Dagli ultimi dati Istat sono 5,6 milioni gli italiani sotto la soglia di povertà assoluta. Il 57% dei beneficiari del reddito di cittadinanza, secondo la Caritas, grazie al sussidio è riuscito a evitare la caduta nella povertà, anche se solo il 43% dei nuclei familiari poveri ne beneficia. Un paradosso causato anche dai criteri di accesso, che mostrano le loro lacune così come i controlli per scovare i “furbi“ e il sistema che dovrebbe portare al reinserimento nel mondo del lavoro incrociando domanda e offerta, ancora con scarsissimi risultati. "Il reddito di cittadinanza è una misura importante che bisogna migliorare – spiega Eloisa Dacquino, segretaria regionale Uil – realizzando anche la riforma delle politiche attive".

A.G.