Politecnico di Milano, la rettrice Sciuto: “Collaborazioni con Israele? Impedirle ai docenti sarebbe una scelta da regime”

Martedì il miniblitz per uno stop ai rapporti con Israele: “Giusti gli ideali, ma per me l’università è un luogo di pensiero libero e, quindi, di ricerca libera”

La rettrice Donatella Sciuto (a sinistra) e la protesta degli studenti davanti al Politecnico

La rettrice Donatella Sciuto (a sinistra) e la protesta degli studenti davanti al Politecnico

“Per me l’università è un luogo di pensiero libero e, quindi, di ricerca libera: ogni docente deve poter scegliere con chi collaborare, diventerebbe un regime altrimenti". Donatella Sciuto, rettrice del Politecnico di Milano, rivendica così il ruolo degli atenei in un contesto geopolitico complesso.

Rettrice, anche al Politecnico c’è stato un blitz in rettorato per chiedere di boicottare le collaborazioni con Israele. Cosa risponde?

"Ero fuori sede e non mi sono sottratta al dibattito, come dicono loro. Ho dei rappresentanti degli studenti in Senato accademico e in Cda con i quali mi confronto sempre: insieme abbiamo organizzato anche un dibattito sul tema del conflitto Israelo-Palestinese. Non siamo silenti, ne parliamo nelle giuste sedi. Non so neanche chi siano i ragazzi entrati in rettorato, non fanno parte di una lista del Politecnico. I nostri studenti li ricevo sempre, su appuntamento, e non ho alcun problema a spiegare quali siano le scelte".

Quali sono? Il Politecnico parteciperà al bando “Maeci“?

"Non partecipa l’università ma, se vogliono, i singoli docenti con le loro controparti israeliane, se ne hanno. L’ateneo non ha avuto un finanziamento dal bando Maeci. Non so se hanno partecipato i singoli, non passa dall’ateneo e non è un argomento di discussione. Certo che lo sviluppo di tecnologie può sempre essere ’dual use’ ma vale anche per altre discipline e non per questo si smette di fare ricerca".

La rettrice e presidente Crui Giovanna Iannantuoni ha ribadito il ruolo di “diplomazia scientifica“ delle università. Condivide?

"Assolutamente sì. Siamo un ponte verso tanti Paesi stranieri, sia nell’ambito della cooperazione e sviluppo sia con collaborazione scientifiche. È il principio base".

In Regione è stata bocciata una mozione contro modifiche del calendario scolastico per festività religiose. Al Politecnico un’associazione studentesca intende chiedere di fermare le lezioni per la festa di fine Ramadan, come a Pioltello. Cosa ne pensa?

"Noi non abbiamo un calendario delle festività religiose: quello accademico viene stabilito un anno prima e ha solo festività nazionali. Se c’è Pasqua è perché siamo in Italia. Rispetto alla scuola, qui non c’è l’ obbligo di frequenza e abbiamo le registrazioni: se uno perde la lezione perché - legittimamente - vuole festeggiare, può recuperare senza problemi, non perde nulla. Anche se vuole festeggiare il suo compleanno. Detto questo, non è mai arrivata una richiesta simile dalla nostra associazione di studenti".

Altro capitolo. Le università italiane stanno scalando le classifiche internazionali nonostante il sotto-finanziamento statale rispetto ad altri Paesi: ieri è arrivata la conferma.

"Il sotto-finanziamento è noto. Il fatto che facciamo meglio di altre università internazionali è la dimostrazione che siamo sempre creativi. Sono molto contenta che l’intero sistema italiano si posizioni bene, in tutte le discipline, come vediamo nel Qs Ranking. L’Architettura e il Design del Politecnico si confermano eccellenze, le ingegnerie hanno fatto numerosi passi avanti nelle diverse aree e siamo entrati nella nuova classifica dell’intelligenza artificiale già dal 23esimo posto. I ranking sono un modo per renderci più visibili agli studenti stranieri: attrarre i migliori è importante per il sistema italiano".

A proposito di fuorisede da attrarre, il 2 maggio tornano le tende al Politecnico contro il caro-affitti...

"Tema che ci sta molto a cuore. Abbiamo in cantiere nuove residenze per 750 posti nei prossimi tre anni e un piano per il campus La Goccia, anche se servono bonifiche e i tempi si sono allungati. Cerchiamo di parlare con privati per prezzi ragionevoli e siamo un ateneo che finanzia ogni anno il diritto allo studio che non è coperto da fondi ministeriali: dobbiamo accogliere gli studenti indipendentemente dal livello economico".

Dall’abitare ai conflitti in corso: gli studenti si stanno facendo sentire con più forza rispetto agli anni passati?

"Giusto che alla loro età abbiano ideali e posizioni. E anche che protestino, sempre che questo non porti a violenze, soprusi e situazioni di poca legalità. Noi facciamo quello che possiamo per venire loro incontro e il dialogo è aperto. Non abbiamo mai avuto bisogno di interventi delle forze dell’ordine, speriamo anche in futuro. Ogni situazione è diversa, cerchiamo di gestirla nel modo migliore".

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