Hacker sì, ma con un’etica: ecco i “Mhackeroni”

Il gruppo del Politecnico a Las Vegas: "È più di un gioco. Alleniamo i giovani a difendere siti per garantire la sicurezza informatica"

I Mhackeroni in azione nel dipartimento Necst

I Mhackeroni in azione nel dipartimento Necst

Milano, 27 maggio 2018 - Si chiamano “Mhackeroni”, sono hacker etici. Partecipano a competizioni, “giocano”, ma soprattutto si allenano a combattere quegli hacker - per nulla etici - che mettono a rischio i sistemi informatici. Per farlo il Politecnico di Milano, che già aveva un suo team, ha unito le forze con le squadre di hacker della Ca’ Foscari di Venezia, della Sapienza di Roma, dell’Università di Padova e con una community online: insieme hanno creato una super-squadra, i Mhackeroni, appunto. Hanno un sito - www.mahckeroni.it - e un canale Twitter. «Il nome ci è subito piaciuto», sottolineano i “Tower of Hanoi” del Politecnico. Il loro gruppo è nato nel laboratorio Necst del Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria guidato dal professore Stefano Zanero: sono 23, fra loro ci sono dottorandi, studenti e dottorati, hanno dai 22 ai 29 anni. Si allenano settimanalmente, formano nuovi hacker etici. "Giochiamo da diversi anni – spiegano Marco Festa, Davide Quarta e Denny Zeng a nome del gruppo –. Abbiamo conosciuto altre realtà italiane, ci siamo visti di persona e abbiamo deciso di unirci per raggiungere livelli più alti. Com’è stato fatto in Germania". E così, insieme, i Mhackeroni si sono classificati secondi - su ben 586 squadre - alle qualifiche del “Def Con Ctf”, la più importante competizione “Capture the flag” - si chiama così - di sicurezza informatica a livello mondiale. "Un risultato storico e il miglior piazzamento mai ottenuto da una squadra italiana: è stato sorprendente l’affiatamento che si è creato", sottolineano gli universitari, pronti a volare a Las Vegas ad agosto, dal 9 al 12.

Si gioca, si affrontano problemi realistici in applicazioni create ad hoc dagli organizzatori. Ci saranno i migliori team a Las Vegas. Cercheranno di esserci tutti e 35. "L’invito ufficiale è per otto persone – sottolineano – ma come succede alle altre squadre anche noi vorremmo partecipare in massa. Stiamo raccogliendo fondi per portare tutti. Cerchiamo sponsor". E alleati nella guerra per la sicurezza informatica. Più cervelli ci sono più aumenta la possibilità di vincere. "È la conferenza sulla sicurezza informatica più importante al mondo – continuano dal Politecnico – ci sono diverse attività, ogni “villaggio” è dedicato a un tema specifico. Si spazierà dalla protezione dei siti dagli attacchi al voto telematico: sono diversi, e molto concreti, gli scenari d’attacco». La modalità è quella di attacco e difesa. Ogni team ha dei software da proteggere, deve attaccare gli altri e difendersi. Si simulano casi reali - in passato era stato simulato anche il voto telematico per le elezioni di Trump - si bypassano le misure di sicurezza di un sito web fittizio per testare le proprie capacità. Conoscere le strategie del nemico per combatterlo. Capita che durante le competizioni ci siano “talent scout”. Come ci sono aziende che bussano alle porte dell’ateneo per chiedere di testare la sicurezza del proprio sito, per evitare falle. Oltre la competizione c’è di più: essere hacker etici è una missione. Ma anche una professione.

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