Piazzale Libia, esplosione in un palazzo: Adam si salverà

In fin di vita dopo l’esplosione di due mesi fa, forse un tentato suicidio, il giovane sta meglio e dovrà spiegare

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Adam sta meglio e ce la farà. A due mesi dal drammatico scoppio nella palazzina di piazzale Libia, quando un’esplosione di gas ridusse lui in fin di vitae ferì una decina di persone, il barman 29enne di origini ucraine Adam Serdiuchenko sembra ormai fuori pericolo. Dopo aver visto la morte in faccia, si sta lentamente riprendendo.

Nel frattempo, pur ancora increduli per quanto accaduto - l’ipotesi più probabile è che il ragazzo abbia tentato il suicidio - i suoi familiari hanno affidato l’incarico di assistere Adam a un legale, che a sua volta ha ottenuto dal giudice per lui, quando ancora non era in grado di avere contatti con il mondo esterno, la nomina di un amministratore di sostegno.

Appena sarà di nuovo in grado di comunicare senza eccessivo sforzo, è scontato che il giovane barman sarà sentito dagli inquirenti. Formalmente, almeno per ora, il ragazzo è solo una delle diverse parti lese dall’esplosione per il momento ancora senza responsabili. E’ evidente, però, che il pm Clerici che coordina le indagini sullo scoppio avvenuto nella palazzina, dovrà ascoltare la sua versione dei fatt, dopo che dagli accertamenti condotti dai vigili del fuoco e dai consulenti tecnici incaricati dalla Procura parrebbe non esserci dubbi sul fatto che non di evento accidentale si sia trattato ma di atto volontario. Fin dal primo sopralluogo, infattti, il tubo del gas nella cucina dell’appartamennto abitato da Adam è stato trovato staccato.

Cosa sia avvenuto esattamente la mattina del 12 settembre scorso nel bilocale al piano terra di piazzale Libia 20, zona Porta Romana, è ancora da chiarire esattamente, dopo la fragorosa esplosione che intorno alle 7.15 squarciò il silenzio di un sabato mattina come tanti. "Passavo col mio furgone e ho sentito l’esplosione. Mi sono precipitato dentro e quando ho visto il ragazzo sono tornato al mio furgone, ho preso una grossa coperta dal retro, l’ho bagnata, mi sono avvolto in un’altra e sono rientrato", spiegò Aly, l’egiziano che per primo soccorse Adam. "Ho tolto i vestiti al ragazzo, era tutto bruciato. Ho avvolto il ferito, sono uscito a chiedere aiuto e assieme a un’altra persona lo abbiamo portato fuori".

Adam Serdiuchenko era da qualche mese era responsabile della sala al Martini Bistrot di corso Venezia 15, di fianco alla boutique di Dolce & Gabbana Infanzia difficile in un orfanotrofio dell’Ucraina, il ragazzo era approdato a Lodi grazie a una coppia italiana che gli permise di studiare. Nel privato, di recente aveva interrotto una burrascosa convivenza con il suo compagno dopo frequenti liti che avevano anche comportato l’intervento della polizia e il ricorso di Adam a qualche medicazione al pronto soccorso.

Mario Consani

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