Parole e musica. Per non dimenticare

"I Luoghi della Memoria", progetto di Stefania Consenti, torna al Memoriale della Shoah di Milano per ricordare i 25 bambini italiani sopravvissuti alla deportazione di Auschwitz-Birkenau. Uno spettacolo itinerante con reading, musica e attori del Piccolo Teatro. Un modo per non dimenticare e non dare respiro a revisionismi.

Parole e musica. Per non dimenticare

Parole e musica. Per non dimenticare

Dura pochi minuti. Sei con gli amici, le persone a cui vuoi bene. Indossi i tuoi vestiti, la maglietta che ti piace tanto, il cellulare è in tasca, fuori ti aspetta Milano e magari un ristorantino per concludere la serata. Insomma: non ci sono problemi. Eppure, nonostante tutto questo, i brevi attimi in cui ci si ritrova stipati in un vagone buio al Binario 21, quegli attimi che ti fanno rivivere il momento della deportazione ai campi di concentramento, sono qualcosa di indelebile. Che rimane sottopelle. Come sanno gli spettatori de “I Luoghi della Memoria”, progetto di Stefania Consenti (dal suo libro “Luoghi della Memoria a Milano”) che per il settimo anno torna al Memoriale della Shoah, in piazza Edmond J. Safra. Spettacolo itinerante. Fra le pagine buie della Stazione Centrale. Di nuovo in collaborazione con il Piccolo Teatro e diretto da Paolo Castagna. Quattro le repliche ogni sera, dalle 20.30 in avanti, con ingressi gratuiti ogni quarto d’ora. "Ho l’impressione che a Milano sia cresciuta una sensibilità diversa – sottolinea Consenti –, i luoghi che raccontano il nostro passato sono diventati parte del tessuto culturale. E dal 2015 questa forma attiva di fare memoria ha fatto conoscere anche il Memoriale a tanti milanesi. L’edizione di quest’anno ha un significato particolare, visto che cade a ottant’anni dall’annuncio dell’armistizio che segnò il destino di Liliana Segre". La senatrice fu deportata il 30 gennaio 1944. Dal Binario 21. Aveva 13 anni. Sarà fra i 25 bambini italiani sopravvissuti dei 776 deportati ad Auschwitz-Birkenau. Da tempo la Fondazione Memoriale della Shoah lavora perché tutto questo non venga dimenticato. Ma anche per non dare respiro a revisionismi e propaganda. E non è un caso che ad accogliere visitatori e scolaresche ci sia enorme la scritta: Indifferenza. Il resto lo fa il teatro. In piccoli gruppi ci si muove lungo un percorso di stazioni laiche, ascoltando reading e brani musicali. Accompagnati per mano da attori del Piccolo e dai musicisti del Conservatorio, insieme alla violinista Alessandra Romano. Parole come pietre d’inciampo. D.V.