Padre padrone aguzzino per 18 anni Ora in carcere, poi in sorveglianza

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Un specie di aguzzino. Per 18 anni, tra il 2003 e il 2021, ha commesso "atti di aggressione" contro i suoi familiari, tra cui la moglie, "di rara violenza sul piano sessuale, economico e limitativo della libertà personale", come costringere una delle sue quattro figlie a "mangiare per terra, senza posate, come un animale".

A questo "padre padrone" di 42 anni, già in carcere per maltrattamenti, estorsione e sequestro di persona, la Sezione autonoma misure di prevenzione del Tribunale ha deciso di applicare una misura di sorveglianza speciale, per la sua "elevatissima pericolosità sociale", per 3 anni e 6 mesi, di entità paragonabile a quelle che vengono emesse nei confronti dei mafiosi.

La misura di prevenzione, hanno specificato i giudici (Fabio Roia, Veronica Tallarida e Ilario Pontani) nel provvedimento, comprende anche "l’obbligo di dimora nel comune di Milano e ciò al fine di proteggere l’intero nucleo familiare che ha deciso di trasferirsi a Napoli per allontanarsi" da quell’uomo.

Orribili le violenze nei confronti di moglie e figlie, tutte descritte negli atti, tra cui le botte continue e gli insulti. A una delle figlie, ad esempio, "aveva messo le mani attorno alla gola", dicendole: "Così come ti ho messo al mondo ti distruggo!".

I giudici nel decreto parlano di "una situazione di sistematica e diffusa violenza intrafamiliare durata quasi 20 anni" per "motivazioni di predominio di genere con l’imposizione di un regime di vita finalizzato allo sfruttamento sessuale ed economico delle componenti femminili della famiglia e con la realizzazione di condotte violente" di "stampo padronale".

La moglie, in un manoscritto di 14 pagine in cui ha trovato il coraggio per la denuncia, ha descritto l’uomo "come un “padre padrone”, esageratamente geloso, dal temperamento aggressivo e prevaricatorio, che ha sempre imposto il suo volere con l’uso della forza e della violenza, sottomettendo l’intero nucleo familiare che ha vissuto costantemente nel terrore".

"Tutte le figlie, ad oggi - scrivono i giudici - soffrono di attacchi di ansia, panico e tachicardia a causa delle violenze fisiche e psicologiche subite dal padre nel corso degli anni". La moglie ha anche rischiato la vita, perché il marito le mise anche un "sacchetto di plastica" in testa, oltre ad usare quasi sempre "un coltello come strumento di minaccia".

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