
di Simona Ballatore
"Gli orari scaglionati? Un incubo per chi abita fuori città e per chi ha attività pomeridiane ed entra sistematicamente al secondo turno. Chiediamo che almeno si ruoti": studenti e genitori sulle barricate nelle scuole con un monte ore già più lungo (come artistici e professionali) o dove, per ragioni organizzative, le classi o gli indirizzi sono stati spacchettati in due e un gruppo entra sempre dopo le 9.30, se non alle 10. Al liceo Majorana di Rho una lunga lettera è arrivata all’attenzione del preside dai genitori delle seconde: "I mezzi di trasporto in molti casi (a Lainate, Nerviano e Pregnana) sono assenti a quell’ora costringendo i ragazzi ad itinerari improponibili e quasi da “abbandono di minore”, in alternativa si necessita di un’organizzazione dei genitori, ma ci sono impegni di lavoro", scrivono chiedendo un incontro urgente. Nel mirino anche il pranzo “sballato“ in assenza di mense: "Panini cinque giorni alla settimana", sbottano i genitori. "I ragazzi saranno in molti casi costretti a uscire di casa intorno alle 8.30 per rientrare alle 17.30, rendendo difficili, parziali, se non in alcuni casi impossibili, due attività fondamentali per dei ragazzi di 15 anni: lo studio necessario per poter affrontare il liceo nel migliore dei modi e lo sport". Al Pasolini di Milano alcune classi che entravano sempre alle 10 erano sul piede di guerra. Risultato? "Un giorno solo entrano alle 7.50, gli altri alle 10. Finiscono tardissimo", scuote la testa un papà. Più flessibilità chiedono i genitori ai presidi, che hanno scelto strategie diverse per rispettare il “Patto Milano per la scuola“ secondo il quale il 70% deve entrare entro le 8, gli altri dopo le 9.30.
Alcune deroghe sono state concesse dalla Prefettura, ma dopo che i tavoli tecnici con Comune di Milano, Città Metropolitana e agenzie del trasporto hanno esaminato la singola situazione. Sono 32 le "eccezioni" per le scuole di Milano città - tra statali e paritarie - undici per le scuole dell’hinterland, dal Gadda di Paderno al Marconi di Gorgonzola. Via libera in questi casi a uno scostamento percentuale limitato (dal 5% al 10%) o a una variazione oraria contenuta rispetto al secondo ingresso "compatibili con l’organizzazione delle rete del trasporto pubblico locale". Rientrano tra i casi particolari i “poli scolastici“ e le aree attorno alle quali ruotano più scuole. Come via Ulisse Dini: "Abbiamo esaminato i flussi – spiega il preside del Varalli, Alessandro Gullo –. Oltre a noi, al Torricelli e all’Allende arrivano anche i ragazzi dell’Agnesi e del Feltrinelli. Noi abbiamo chiesto e ottenuto l’ingresso alle 7.45, alle 8.45 e alle 9.45 e invertito le percentuali: alle 7.45 arriva il gruppo meno numeroso. Anche gli intervalli sono stati scaglionati, in modo da poter uscire".
Ingressi alle 8.40 e alle 9.30 concessi al classico Carducci come lo scorso anno, anche per la vicinanza della civica Manzoni e delle scuole attorno a Loreto. "Abbiamo il 40% dei ragazzi da fuori provincia – ricorda il preside Andrea di Mario –, per loro è un vantaggio arrivare un po’ più tardi, ma abbiamo mantenuto le ore da 50 minuti per non finire troppo oltre, anche perché nel pomeriggio lo studio è parecchio e la Dad non è ancora archiviata: quando ci saranno le quarantene le ore da 60 minuti davanti a uno schermo sono pesanti". Concesso l’ingresso alle 8.20 al coreutico Tito Livio anche per permettere agli studenti di arrivare nelle Accademie di Danza in tempo. Giovedì primo bilancio in Prefettura.