Antonio Bellocco entrò nel direttivo della Curva Nord perché la famiglia di ’ndrangheta a cui apparteneva, una delle più influenti della Piana di Gioia Tauro, avrebbe fatto "pressioni" per avere libero accesso al cuore del tifo organizzato nerazzurro e partecipare alla spartizione dell’indotto "nero" di San Siro. È questo il senso di parte delle dichiarazioni rese nei giorni scorsi dal capo ultrà Andrea Beretta, prima di essere fermato dai carabinieri del Nucleo investigativo per l’omicidio del trentaseienne di San Ferdinando, assassinato con una ventina di coltellate dopo un litigio avvenuto la mattina del 4 settembre fuori dalla palestra Testudo di Cernusco sul Naviglio.
Secondo la versione di Beretta, agli atti dell’indagine coordinata dai pm Sara Ombra e Paolo Storari, prima a gestire i rapporti con uomini della criminalità organizzata ci pensava Vittorio Boiocchi, freddato a colpi di pistola il 29 ottobre 2022 sotto casa a Figino.
Bellocco si sarebbe presentato al secondo anello verde proprio dopo la morte dello "Zio", senza toni minatori, in modo affabile, entrando nel direttivo anche come "forma di protezione". Beretta ha raccontato pure che lui si occupava del merchandising e della gestione dei biglietti per le partite, affari che avevano prodotti incassi elevati soprattutto per le ultime stagioni trionfali dell’Inter. Bellocco si lamentava, però, perché, a suo dire, avrebbe ottenuto solo le "briciole" e per quel motivo sarebbero sorti contrasti con Beretta.
Il quarantanovenne pluridaspato, che ha riferito agli inquirenti di aver saputo che i Bellocco volevano farlo fuori, avrebbe detto anche di essersi sentito tradito, nei rapporti col rivale, "dagli amici".
L’omicidio del trentaseienne, che si era trasferito in Lombardia dopo aver scontato una condanna a 9 anni per associazione mafiosa, e il contestuale arresto di Beretta hanno scosso dalle fondamenta il secondo anello verde.
Un terremoto che ha portato a una sorta di restaurazione in Curva: il veterano Renato Bosetti, 54 anni, fondatore del gruppo Old Fans e molto vicino a CasaPound (si candidò alle Regionali del 2018 con il movimento di estrema destra), è stato scelto come nuovo capo della Nord, prendendo il posto di Marco Ferdico (legatissimo a Bellocco e rimasto comunque nel direttivo).
Bosetti sarà affiancato da altri “vecchi” come Nino Ciccarelli nel ritorno al passato scandito dal messaggio: "La cosa più importante è il colore della maglia". Dalla trasferta di domani sera a Monza, cambierà anche la scritta sullo striscione: non più "Curva Nord Milano 1969", ma solo "Curva Nord".