Rapine con taser e coltelli. Dalla Centrale a corso Como la notte violenta di Milano

Sono stati dodici gli interventi in poche ore nella zona della malamovida. Giovani e giovanissimi le vittime e gli aggressori, quattro gli arrestati

La zona di Porta Nuova, corso Como e Garibaldi luogo delle aggressioni

La zona di Porta Nuova, corso Como e Garibaldi luogo delle aggressioni

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Milano - Aggressioni a raffica e una sfilza di interventi. Una dozzina solo nella notte fra sabato e domenica nella zona della «malamovida». Piccoli scippi, tentativi di furto, ma anche aggressioni, liti violente e alcoliche tra stazione Centrale, corso Como, piazza Gae Aulenti e vie nelle zone centralissime. Quattro sono gli episodi più gravi non collegati fra loro dalla stessa mano, ma ugualmente preoccupanti per le modalità di azione e per il senso di pericolo che generano.  La prima rapina si è registrata ai danni di due minorenni, di 14 e 15 anni che alle 2.30 passeggiavano soli in via Broletto. I due raccontano di essere stati accerchiati da sei giovani uno dei quali armato di taser, sarebbero stati minacciati e costretti a consegnare ciò che avevano, cioè un paio di scarpe e un bluetooth.

La polizia poco dopo ha arrestato quattro ragazzi nella zona: un 16enne tunisino, un 17enne italiano e due marocchini di 18 anni. Alle 3.25 sulle scalinate di piazza Gae Aulenti viene segnalato un ragazzo a terra, coperto di sangue. Ha una coltellata profonda nella coscia ed è privo di sensi. Viene portato in codice giallo al Niguarda, italiano, 20 anni, racconterà di essere stato abbandonato lì a terra dopo una lite nata sul nulla, qualche frase di troppo fraintesa dll’alcol, fra bande rivali. Più tardi alle 4.45 un altro accoltellamento avviene in corso Como, dove un 19enne italiano viene ferito al braccio e portato al Policlinico sempre in codice giallo. Ancora una lite per futili motivi fra un gruppetto di ragazzi, un nordafricano tira fuori un coltello e l colpisce. Alle 5,20 in via Pasubio viene rapinato e accoltellato un ragazzino di appena 15 anni, portato al San Raffaele in codice giallo.

Cinquanta giorni di violenze. Quasi una al giorno, dalla notte di Capodanno, in piazza Duomo, fino alle aggressioni in serie delle baby gang. Micro e macro criminalità da strada che ha cambiato il volto della città e sta condizionando la vita di chi ci abita. Rabbia, solitudine e povertà post covid, forse, all’origine di una escalation di aggressioni che sembra non arrestarsi nemmeno con l’aumento dei controlli, gli arresti e le indagini di forze dell’ordine e Procura. Secondo i dati di Areu (Azienda regionale emergenza urgenza), forniti dall’assessore regionale alla Sicurezza, Riccardo De Corato, che si basano sugli interventi di soccorso del 118, risulta che nel 2021 i soccorritori sono intervenuti su 2.412 aggressioni nelle strade di Milano.

È la notte di Capodanno che apre la follia delle violenze da strada. Trenta, o forse addirittura cinquanta ragazzi, quasi tutti immigrati di seconda generazione in piazza Duomo festeggiano l’arrivo del nuovo anno in branco. La festa per loro, quella notte, significa mettere in pratica il "Taharrush Jama’i": accerchiano le donne in modo da non lasciare loro scampo e ne abusano sessualmente. Nove saranno le vittime di quella notte degli orrori. L’approccio gentile che si fa invadente per distrarre la vittima, poi un “muro“ di uomini che danno le spalle alla ragazza per nascondere l’assalto del branco che diventa violenza sessuale quando lo sciame di uomini spintona, palpeggia, strappa i vestiti e graffia, lasciando la vittima nuda e sanguinante, sull’asfalto. Ecco il metodo dei "bravi ragazzi" che volevano solo divertirsi. Diciotto perquisiti, due minorenni arrestati, incastrati dai social su cui postavano frame della serata.

Fra tanta altra microcriminalità emerge già da fine gennaio un altro fenomeno, sconosciuto a Milano nella sua forma più violenta e organizzata, quello delle baby gang. Ragazzini minorenni e la forza data dal branco. La superiorità numerica come arma di sopraffazione per circondare i passanti, intimorirli e costringerli a subire. Il gruppo di piazza Leonardo ad esempio, che con un eccesso di violenza del tutto ingiustificato raggiungeva l’obiettivo prioritario: depredare i passanti di tutto ciò che avevano addosso. Al vertice, secondo le indagini della polizia e della Procura per i minorenni guidata da Ciro Cascone, c’era una coppia di giovanissimi fidanzati: lui 16 anni, lei 15, entrambi italiani di seconda generazione, nati e cresciuti in contesti familiari complicatissimi o del tutto assenti.

Calci e pugni alle vittime, fino a lasciarle a terra. A inizio febbraio, i poliziotti delle Volanti denunciano un quindicenne, un sedicenne e un diciassettenne: un’altra baby gang che agisce in zona CityLife: in quell’occasione, una delle vittime, minacciata coi coltelli, era stata costretta a consegnare telefono e un cappellino da baseball. E poi altri raid simili, in piazza Ascoli, in viale Molise e al Gallaratese; senza dimenticare le gang finite nel mirino a metà dello scorso anno per le scorribande violente all’Arco della Pace.

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