“No vasca“, respinti tre dei quattro ricorsi: "Siamo delusi, ma non ci arrendiamo"

Il comitato "No vasca" a Bresso esprime amarezza per il respingimento dei ricorsi contro la vasca di laminazione, denunciando rischi sanitari e mancanza di dialogo istituzionale.

La vasca di laminazione sotto le loro finestre è operativa da qualche settimana e, come se non bastasse, il Tribunale superiore delle acque pubbliche ha respinto 3 dei 4 ricorsi da loro avviati nel lontano 2018. Il comitato “No vasca“, composto dai residenti del Supercondominio di via Papa Giovanni XXIII, dal civico 37 al 43, esprime molta amarezza dopo queste sentenze ma non intende arrendersi: "La nostra protesta continuerà sempre più serrata e costante". Il respingimento delle istanze era però stato messo tra le conclusioni più che probabili della lunga serie dei ricorsi, visto che "i lavori sono terminati e la vasca è in funzione – sottolinea Matilde Minella, portavoce dei “No vasca“ –. Ci aspettavamo che sarebbe finita in questo modo. E anche il quarto ricorso, che era accorpato a questi tre, potrebbe avere lo stesso esito. Ma siamo sgomenti soprattutto per le motivazioni delle sentenze, perché non approfondiscono affatto le istanze che noi abbiamo sollevato in modo dettagliato e documentato. Riteniamo che queste motivazioni siano tutte generiche".

In particolare, il rischio sanitario, derivante dall’invaso artificiale, nei confronti degli oltre 2mila residenti della zona di via Papa Giovanni XXIII, è stato "valutato ma non esistono dati e studi certi, come scritto nella sentenza – continua Minella –. Invece, queste problematiche igienico sanitarie esistono veramente visto che, da quando la vasca è operativa, sono aumentati i bruciori agli occhi e alla gola dei residenti. E tutto questo è stato precisato nelle diverse segnalazioni spedite ad Arpa Lombardia e ad Ats Milano negli ultimi mesi. In poche parole, la verità è che noi siamo esposti a un rischio sanitario!". Ma non solo; anche quando la vasca non è in funzione e al suo interno c’è il cosiddetto laghetto con acqua di falda, "vediamo, per esempio, macchie oleose, schiuma e fango, che resta anche dopo le operazioni di pulizia. – conclude Minella –. Siamo delusi anche dalle istituzioni, con cui non abbiamo potuto aprire un dialogo". Giuseppe Nava

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