Negazionisti, minuto di silenzio per De Donno

Cartelli e slogan per il medico suicida. Da Piazza Fontana a piazza Scala, tre manifestazioni in poche ore

La fiaccolata

La fiaccolata

Milano - Tre manifestazioni in poche ore. Il numero dei partecipanti che cresce da 70 a poco più di 200, ben lontani dai 9mila che sabato scorso avevano invaso la Galleria tra cartelli con la faccia di Draghi sovrapposta a quella di Hitler, svastiche e stelle di David con la scritta "Non vaccinati=ebrei". Il popolo di no vax, ni vax, no mask, negazionisti, benaltristi e complottisti vari è tornato in strada tra il tardo pomeriggio e la serata di ieri per contestare l’introduzione del green pass, il certificato per vaccinati che dal 6 agosto sarà indispensabile per accedere a luoghi aperti al pubblico come ristoranti, teatri, cinema e forse pure per usare i mezzi di trasporto; le iniziative sono state monitorate dalla polizia, ma non ci sono stati momenti di tensione.

Il primo appuntamento è in piazza Fontana dalle 17.30 alle 18.30: stesso punto di partenza del corteo improvvisato di cinque giorni fa, ma l’afflusso di gente è molto più contenuto. Ci sono circa 70 persone, richiamate dal movimento "Liberi di scegliere": i cori sono tutti per il medico Giuseppe De Donno, ex primario del reparto di Pneumatologia del Poma di Mantova e pioniere della controversa terapia anti-Covid a base di trasfusioni di plasma iperimmune, che si è tolto la vita lunedì. Tra i manifestanti c’è chi avanza dubbi sul suicidio e chi lo eleva a simbolo della lotta contro "Big Pharma e le multinazionali". Stesso leitmotiv poco lontano, in piazza San Carlo, alle 18.45: qui sono un centinaio, ma 70 sono arrivati da piazza Fontana per aggregarsi a quelli di "Uniti si vince".

Alle 20 si passa in piazza Scala, davanti a Palazzo Marino: "Unità, unità" e "Libertà, libertà" gli slogan più gettonati, tra volti che non hanno mai sfiorato una mascherina, signore che si esaltano guardando la diretta Facebook del presidio gemello in piazza del Popolo a Roma e un manipolo di militanti di Forza Nuova (compreso Alfredo Durantini). Un uomo al megafono chiama il minuto di silenzio: smartphone e candele in alto per De Donno.  

 

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