BARBARA CALDEROLA
Cronaca

Nasce l’oasi mangia-smog. Un progetto internazionale

La prima “Tiny forest“ di Cernusco sorgerà alla fermata di Villa Fiorita. A idearla gli studenti del Politecnico insieme ai colleghi di Erasmus.

Nasce l’oasi mangia-smog. Un progetto internazionale

Nasce l’oasi mangia-smog. Un progetto internazionale

Boschi urbani sempre più necessari in tempi di cambiamento climatico. A Cernusco nasce la prima “Tiny forest“ della Provincia, la piccola foresta progettata dagli studenti Erasmus e del Politecnico: una mostra nel Ridotto del Comune anticipa come sarà a fine lavori, mentre i giovani ricercatori, come i colleghi di Barcellona, Dublino e Brasov, piantano i primi esemplari attorno alla stazione della metropolitana di Villa Fiorita. Il progetto internazionale proietta il Naviglio sulla scena europea. Nato da un accordo firmato anche dalla Commissione Ue e da Ersaf (l’ente regionale per l’agricoltura e le foreste), U-Forest ha portato qui universitari da tutto il continente per lezioni in presa diretta nei polmoni verdi incastonati fra strade e palazzi in prima linea nella lotta allo smog.

L’estate scorsa i ragazzi avevano analizzato i benefici del verde nei dintorni dello scalo del metrò, porta green della città dove, sul lato industriale, sta prendendo forma l’“Hub dell’innovazione“. Obiettivo, "promuovere la conoscenza di queste oasi e delle novità che le riguardano per massimizzare i vantaggi che possono portare", spiega Daniele Restelli, assessore all’Ambiente. Di fronte dell’urbanizzazione e alla febbre del pianeta che sale, sempre più esperti indicano una soluzione semplice ed efficace: la natura. Così amministrazioni grandi e piccole mettono a dimora alberi per neutralizzare l’inquinamento.

Nel gruppo c’è anche il centro della Martesana che ha messo a disposizione sei aree, tra cui quella visitata dai giovani ricercatori: accesso verde a Cernusco per chi arriverà in metropolitana. U-Forest che durerà tre anni "stringe alleanze fra accademie, imprese e istituzioni su discipline che non dialogano fra loro – ancora Restelli –: urbanistica, architettura ed ecologia urbana o tecnologia socio-economica. Questi rapporti sono alla base di una nuova formazione per studenti e professionisti che possono mettere a punto interventi di selvicoltura". Una necessità imprescindibile visto lo scenario che si prospetta nei prossimi decenni: "Entro il 2050 l’84% della popolazione vivrà nelle città". Concetti ripetuti sul campo alla posa del primo ‘mattone’ della nuova riserva.